Le feste si avvicinano e ancora una volta sulle tavole delle nostre case tanti si sentiranno obbligati, ricevendo amici e parenti, a comprare e cucinare prodotti di origine animale.
Tacchini o capponi, milioni di anatre e oche, maiali e altri animali saranno ancora una volta, come ogni anno, vittime delle feste di questo fine anno.
E se decidessimo, quest'anno ancora, di dire NO alla crudeltà sul tavolo delle feste?
Parliamo del famoso Foie Gras, il fegato d’oca o di anatra
Ecco come si presenta al ristorante elegante preparato dallo "Chef"Non pensate che sia solo un cibo per tavole eleganti dei quartieri chic francesi. Le mode, non essendo né etiche né educative, ma solo inventate e spinte per motivi economico-finanziari, hanno convinto tutte le classi sociali che mangiare il Foie Gras riduceva le barriere sociali. Oggi, con la “globalizzazione”, tutto si è “democratizzato”. Inganno mostruoso che fa credere alla gente che il fatto di essere in grado di portare una scatola di Foie Gras a tavola la faccia assomigliare ai ricchi, ma sappiamo bene com’è facile ingannare il popolo… Qualcosa si muove però, il velo si alza e quello che si scopre non è piacevole.
Da un po’ di tempo, la stampa alternativa denuncia il crudele metodo per la produzione del Foie Gras. Salvo Francia, Belgio, Bulgaria, Ungheria e Spagna, gli altri paesi europei hanno vietato la produzione di Foie Gras. L’importazione non è ancora vietata, ma è già un primo passo. Anche Israele, che era il quarto paese produttore mondiale di Foie Gras, ha deciso di abbandonare la produzione.
Sapete che cos’è e come nasce il Foie Gras?
Una tortura per tutta la sua vita...
Il Foie Gras è un fegato di oca, o di anatra, ingrassato in modo abusivo con procedimenti violenti e contro natura. Una volta era considerato un prodotto di lusso riservato a pochi facoltosi.
Con lo scopo di guadagni facili, il Foie Gras è diventato oggetto di una politica di sviluppo intensivo, nascosto sotto una pubblicità bugiarda di “democratizzazione”del prodotto. Per questo, l’orribile metodo che si svolgeva in qualche azienda agricola, è diventato una catena di morte come tutte le produzioni industriali che mirano alla alta rentabilità.
Il Foie Gras è oramai, alla portata di tutti, anche se forse non nasce in Europa come scritto sull’etichetta ma più probabilmente arriva dalla Cina…
Non esiste un "Foie Gras" senza tortura!
Di cosa stiamo parlando?
Di oche e anatre, rinchiuse in gabbiette strettissime, dove non possono muoversi e dove sono alimentate con la forza tramite un tubo mandato fino all'interno del loro organismo. Due volte al giorno, vengono forzate ad ingerire un pastone di granoturco.
La finalità?
Che il loro fegato e la carne possano ingrossarsi in un modo esponenziale. Il fegato malato cresce a dismisura, fino a dieci volte la dimensione normale!
Cosa significa?
Che l’animale è ammalato. Soffre di steatosi epatica. Il Foie Gras è un organo affetto da questa patologia. L’animale è torturato in un procedimento non stop. Vive nei suoi escrementi, è ferito, le zampe mutilate, il becco tagliato. Tutto questo per finire sulle tavole di persone che pensano così onorare amici e parenti. Forse queste persone ignorano le condizioni di vita delle povere bestie che vivono l’Inferno.
Un fegato d'oca monstruoso = steatosi epatica!
Non sanno che i tacchini sono rinchiusi come sardine in una scatola, all'interno di capannoni, al buio, senza mai vedere un campo, ingrassati ad oltranza. Non sanno che il loro becco è mutilato tramite una lamina ardente perché non si picchino tra loro e che sono inseminati con brutalità per assicurare la continuità della catena di produzione come se fossero pezzi di macchinari e non essere viventi e senzienti. I poveri tacchini avranno il triste privilegio di essere poi il piatto principale della festa, sotto forma di tacchino con le castagne.
In tutti questi anni, molte associazioni animaliste si sono ribellate contro queste azioni di pura crudeltà di cui sono vittime gli animali considerati pregiati e tradizionali per Natale allo stesso modo che lo sono gli agnelli durante il periodo pasquale.
Dobbiamo per forza mantenere una “tradizione” barbara e inutile?
Basta! Non vogliamo più queste torture!
Alla vigilia delle feste, più che mai è urgente riflettere onestamente e decidere di agire contro queste pratiche intollerabili. Tra le buone notizie sappiamo che grazie alle campagne delle associazioni animaliste, le spese per il Foie Gras in Francia hanno visto una riduzione di più di 10%. Il 44% dei francesi dichiarano oggi essere favorevoli alla proibizione del l’ingozzamento (“gavage”) delle oche. E’ una grande notizia. Sono le donne e i giovani, dai 18 ai 24 anni che, nella stragrande maggioranza, sono favorevoli all’interdizione.
Fine novembre, un sondaggio di opinione è stato realizzato dalla società Way, per l'Associazione L214, associazione animalista francese, diretta da Brigitte Gothière. Ha mostrato che il 29% delle persone interrogate dichiarano di rifiutarsi di comperare il Foie Gras per ragioni etiche collegate alla sofferenza animale. Questo rappresenta un salto di qualità in relazione al sondaggio precedente del 2009. Significa che le campagne di informazione delle associazioni funzionano e sollecitano una presa di coscienza generale. Al punto tale che i grandi “chefs” riconoscono oggi la sofferenza animale e che alcuni di loro hanno deciso di bandire il Foie Gras dai loro menu. Un esempio? Joël Robuchon ha fermato tutti i suoi ordini di Foie Gras dopo aver visto il reportage dell’Associazione L214. Così hanno fatto anche illustri Chef britannici e danesi. Importante, non credete?
La Presidente di L214 scrive “L’inchiesta filmata che abbiamo diffuso il 6 novembre scorso, mostrando miliardi di anatre ingozzate per la ristorazione di lusso ha fatto l’effetto di un elettrochoc. Abituati alle parole rassicuranti della pubblicità, milioni di persone hanno scoperto a che punto il Foie Gras è atroce. I media si sono indignati di vedere queste anatre immobilizzate in minuscole gabbie, ferite, agonizzante, ingozzate meccanicamente su una catena di montaggio, solo perché, alla fine della loro sofferenza, il loro fegato sia consumato sulle tavole bandite a festa”.
Nonostante tanto dolore, tanta crudeltà, Brigitte Gothière, portavoce dell'associazione L214, trova motivo di soddisfazione. In effetti, osserva che “da due anni, il consumo francese di Foie Gras continua a diminuire. Il sondaggio fa vedere che una persona su tre rifiuta di comperarlo e fonda la sua decisione su ragioni etiche (…) Lo stesso sondaggio dimostra che 76% delle persone interrogate sono sensibili al modo in cui sono trattati gli animali negli allevamenti. 69% delle persone interrogate considera che oggi in Francia, le condizioni di allevamento di animali non tengono sufficientemente conto del rispetto per gli animali.”
La mia amica Grazia e la mia oca Paty, una vera amicizia
Allora pensiamoci tutti. Non credete che si possa vivere senza Foie Gras? Che si possa fare festa senza dovere uccidere, senza dovere far soffrire? Bisogna inventare, cercare nuove ricette, nuovi modi. Esiste oggi un Foie Gras vegano che si può trovare sul mercato.
Non possiamo continuare a massacrare i nostri fratelli animali. Ricordiamo che gli animali, nel caso di questo articolo, oche e anatre, sono esseri sensibili e intelligenti.
Buone feste a tutte e tutti!
Amanda
L'amicizia tra quest'oca e Patricia, mia sorella, è stupefacente. Ricordiamolo, tutti gli animali provano emozioni, sentimenti. Tutti provano, come noi paura, angoscia, dolore...
Fonti:
http://www.femininbio.com/cuisine-recettes/actualites-nouveautes/foie-gras-gavage-est-torture-72914
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