
HALT AND CATCH FIRE.
Sapete cosa vuol dire questa frase intricata? È un modo di dire del linguaggio informatico usato scherzosamente per indicare un azione in cui il processore del computer si chiude in uno stato di confinamento ed ignora ogni interruzione esterna.
Se non vi ho conquistato già da adesso, potete anche andare via.
Perché il piccolo gioiellino della AMC è impegnativo, ma non è indecifrabile come il suo titolo.
Di cosa sto parlando? Uno sguardo nella rivoluzione dei personal computer nel competitivo Texas.
Un’idea geniale per chi come noi è nato già – più o meno – con il computer in casa e non ha idea delle persone che hanno vissuto il grande cambiamento di un’epoca.
Siamo negli anni ’80.
L’intenso Lee Pace è Joe McMillan, un nuovo impiegato alla Cardiff Electric che sin da subito si presenta come un leader nato per niente intenzionato a sedersi dietro una scrivania e pubblicizzare computer vecchi e privi di futuro: Joe vuole creare nuove possibilità. È chiaro che Joe ha un passato oscuro e la sua presentazione ci basta per volerne di più.
“I want to built a machine that no one else has the balls to build.”
Joe crea una squadra di geni senza nessuna autorizzazione dell’azienda che dia vita ad un sistema di computer in grado di competere contro l’intoccabile e inarrivabile IBM – azienda produttrice di hardware e software: lo scopo è dare vita ad un computer del futuro, che possa scrivere la storia.
Gordon Clark e Cameron Howe sono il duo che accompagna il protagonista. Scorbutico e rassegnato ad una vita dietro la scrivania nonostante le sue potenzialità lui, disinibita e ribelle neo-laureata lei.
Il trio (che ben presto vedrà l’aggiunta della brillante moglie di Gordon, Donna) e l’evolversi del loro rapporto è uno dei tratti migliori della serie. I tre si usano a vicenda per scopi differenti: Joe vuole avere potere e soldi, Gordon vuole rivendicare l’insuccesso avuto quand’era più giovane, Cameron vuole creare qualcosa di importante per il futuro. Donna, che sarà la più gradevole aggiunta al trio, è uno dei personaggi meno convenzionali della TV: all’inizio appare come un personaggio di contorno, “la moglie di”, ma mentre la storia si rivela scopriamo il carattere indipendente e super intelligente della magnifica mamma tuttofare.
Colpi di scena e relazioni pericolose, inganni e scoperte sono alla base di questo period drama coi fiocchi. “Halt and Catch Fire” racconta perfettamente quegli anni senza costringerci a ricordare ogni volta che si tratta di un period drama sul mondo del personal computer.
C’è un ottima fotografia, interpretazioni da nomination agli Emmy (George R.R. Martin lo ha nominato tra le grandi assenze di quest’anno) ed una scrittura elegante.
E i personaggi, naturalmente sono il punto forte: super imprevedibili e sfaccettati.
Joe – THE VISIONARY.

Carismatico manipolatore dal passato ambiguo e sempre pronto a mentire pur di ottenere ciò che vuole. In fondo, è un brav’uomo incompreso con tante ambizioni. Joe vuole creare e essere ricordato per aver cambiato il mondo. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse per il fatto che i mezzi o i modi che usa molto spesso finiscono per ferire le persone.
Cameron – THE PRODIGY.

Instabile, ribelle ma incredibilmente fragile. È una tosta, un genio femminile in un mondo di uomini del computer. Cameron è un prodigio – come spesso dice Joe – e grazie anche all’interpretazione ammaliante di Mackenzie Davis, non la dimenticherete tanto facilmente.
Gordon – THE ENGINEER.

Se potessi descrivere Gordon in due parole sarebbero: diffidente e introverso. È super intelligente ma alcuni problemi passati lo hanno reso un tipo invisibile e tanto adorabile. Spaventato all’idea di fallire ancora, Gordon è sempre lì pronto a lamentarsi e a fare mille casini – ma è innegabile il suo talento.
Donna – THE CLEVER ONE.

Posata, ragionevole, saggia. Una madre, una moglie ma soprattutto una donna che non ha rinunciato ai suoi sogni di indipendenza e carriera. Quasi sicuramente è lei il vero personaggio rivelazione: nessuno si aspetterebbe che un personaggio di sfondo nelle prime puntate – soprattutto con la classica presentazione dataci – possa attirare tanto l’attenzione.
“What’s the idea?”
“Connecting people.”
Ovviamente il lato più interessante della scrittura sono i rapporti che vengono ad intrecciarsi tra i quattro protagonisti. In teoria, più o meno si odiano l’un l’altro, creano problemi e si fanno dispetti. Tra Joe e Cameron si instaura una relazione magnetica ma malsana, ad esempio. Ma in pratica, finiscono sempre per coprirsi, aiutarsi e conoscersi sempre meglio fino a creare un disfunzionale team di geni del computer.
Mettiamo da parte che Joe sia molto disinibito e ambiguo sulla sua sessualità o che abbia un passato tormentato. Dimentichiamo che Cameron sia geniale e affascinante, ma a tratti folle e psicopatica. Infine, smettiamo di pensare all’originale rapporto vita-lavoro di Gordon e Donna.
Al di là di tutto questo, non avrei mai creduto di restare affascinata dal processo che ha reso delle macchine i nostri personal computer. Oggi diamo per scontato un lavoro che anni fa coinvolse migliaia di menti geniali – molte di queste femminili -, e Halt and Catch Fire è la più eccitante storia su una delle più importanti rivoluzioni del Novecento.
Dunque, se amate gli anni ’80, il mondo dei nerd, dei vecchi videogiochi da sala, dei software e del ritmo avvincente… benvenuti in Halt and Catch Fire.
Citazione rappresentativa:
“A lot of peole are going to want us to fail, but that’s because we’re the future and there’s nothing scarier than that.”
Da non perdere se siete fan di: Mad Men, personaggi intensi.
Meglio lasciar stare se: non vi piacciono i period drama o i computer.
