La cosa migliore delle serie british è che, spesso e volentieri, si tratta di produzioni delle quali hai già la certezza di una fine. Saranno massimo 6 episodi, forse 8, a volte anche 3. Puoi sperare in una seconda stagione, ma nella maggioranza dei casi sei razionalmente contento di sapere che è un piacere limitato e ti sta bene così. E’ questo il caso di Midwinter of The Spirit, fresco adattamento televisivo di ITV che nasce dall’omonimo libro dell’autore Phil Rickman.
Ok, potremmo dire, “che novità, l’ennesima serie con protagonista un prete”, e invece no. Innanzitutto perché qua non ci sono biciclette, perpetue sgrammaticate o marescialli di provincia. Se anche di vicar si parli (vedi Grantchester), questa volta LA vicar è una donna, Merrily, una vedova tormentata, ansiogena e inadatta al compito genitoriale. Merrily affronta le sfide quotidiane con la consapevolezza di avere sulle spalle il peso di una vocazione ma, oltre a questo, il gravoso fardello di un ulteriore compito: quello di affrontare le entità demoniache.
Merrily va a “scuola di esorcismo” in poche parole, ma non aspettatevi scene di gente che cammina a testa in giù o vomita verde – è tutto molto più vedo non vedo. Qui è quella finezza britannica infatti che entra in gioco, fatta di una tensione legata al quotidiano, di una vita parallela e sotterranea nascosta sotto il velo che copre vite apparentemente normali in una cittadina di provincia apparentemente normale. Solo che tutto, normale, non lo è.E’ la logica del centro rurale a farla da padrone, e lo spettatore è catapultato in questa realtà attraverso gli occhi di Merrily, che con le sue debolezze umane e spirituali, si trova di fronte all’inaspettato. Qui c’è del marcio serio, e non solo per presunti scandali e crimini nascosti, bensì si sfocia nel mondo dell’occulto. Avete presente la scuola di Buffy che era ubicata proprio sulla bocca dell’inferno? Qua non è Sunnydale, ma poco ci manca.
Paganesimo e cristianità si scontrano in quell’impalpabile duello che fin dai tempi della old religion si è protratto per le nebbiose terre del nord. Ci sono simboli e richiami, suggestioni moderne, colpi di scena e tensione che si taglia col coltello, e Merrily deve affrontare il tutto con l’inesperienza e l’essere mai ‘in grado’, come tutti noi, come sempre accade agli esseri umani di fronte a qualsiasi avversità.Per certi versi, questo drama potrebbe riecheggiare di suggestioni nordeuropee (a volte, anche a livello di lentezza scenica), eppure la concretezza della vita coi piedi per terra all’inglese, conferisce se vogliamo a MwOTS un aspetto ancora più inquietante.
I pezzi del puzzle vanno ricomponendosi lentamente, episodio dopo episodio. E se vi ritroverete a voler prendere a badilate la figlia di Merrily, non preoccupatevi, non siete i soli. Del resto, se ti trasferisci in una nuova cittadina dove si annida il maligno, noi pensiamo a farci i selfie o a fidarci della prima ragazzetta alternativo-satanista che vuole stringere amicizia con noi. Male che vada, ti ritrovi iscritta al fan club degli One Direction o a quello di Bafometto, la scelta è quella.
Facili ironie a parte, un ulteriore incentivo che potrebbe spingervi a guardare questo gioiellino di miniserie è ovviamente divertirvi a riconoscere i volti più o meno noti della cinetelefilmografia, cercando di ricostruirne il percorso sullo schermo al grido di “ma dove l’ho già visto?”. Una fra tutte? La non proprio cristallina O’Brien di Downton Abbey. Quando c’è da essere inquietanti, lei è una garanzia.E poi, c’è anche qualcuno che ha fatto un volo da una moon door…ma io, oh, non vi ho detto niente.
Insomma, Midwinter of the Spirit ci tenta con 3 episodi ben orchestrati, e seppure quei 47 minuti e poco più sembrino volare velocissimo, sono più che sufficienti a contenere tutta l’angoscia ed il mistero necessari.
Pronti ad imbattervi nell’intrigo ultraterreno?
Fateci sapere, se vorrete, nei commenti il vostro parere!
–Notforyourears