I sogni possono farti lottare con le unghie e con i denti e spingerti molto lontano, anche oltreoceano. Questo è quello che è successo a Sara Di Salvo, giovane designer romana che ha deciso di portare la sua creatività e le sue creazioni a New York. Dopo un brillante percorso di studi presso l’Accademia Internazionale d’Alta Moda e d’Arte del Costume Koefia di Roma, Sara Di Salvo crea nel 2008 il suo brand, Hot!Couture: artigianalità e sartorialità classica si uniscono ad un atteggiamento moderno, ludico e provocatorio.
DModa ha intervistato Sara Di Salvo, che ci presenta e ci descrive il suo mondo e la sua nuova collezione.
Ho capito molto presto di avere questa fascinazione per la moda, già a 13 anni andai a vedere l’accademia di moda che avrei frequentato solo dieci anni dopo. Sono affascinata tutt’ora dalla componente tecnica della moda, dalle mani che lavorano con sapienza, meno invece dalle modelle, dai fotografi, dalle sfilate. Una volta una mia cliente mi ha fatto il più bel complimento che avessi mai potuto sperare, mi disse: “Complimenti, perché hai trasformato qualche semplice pezzo di stoffa in abiti!”
Sei nata e cresciuta a Roma. Perchè hai deciso di lasciare la Capitale per trasferirti a New York?
A differenza di quanto ne possa pensare la gente, questa è stata una decisione molto sofferta, amo Roma, credo che sia una delle più belle città al mondo. Anzi voglio ringraziare Sorrentino per il bellissimo film che ha fatto, lo avevo già visto in Italia, ma poi vedere i ponti e quelle luci della mia città in un cinema di New York, mi ha emozionato tantissimo. Ma la decisione di andare via, purtroppo, è dovuta al fatto di essermi resa conto che se avessi voluto veramente continuare a fare questa professione, Roma non avrebbe permesso di esprimere al meglio le mie potenzialità.
Hai creato il tuo brand HOT!COUTURE, il cui nome si ottiene giocando col termine francese Haute Couture. Una provocazione o un gioco?
Penso che le persone in questo settore si prendano tutte troppo sul serio, a me invece piaceva l’idea di trasmettere il senso ludico che c’è nello scegliere un abito, nell’abbinare dei colori. Ma allo stesso tempo volevo chiarire il fatto che il modo in cui lavoro è quello della Couture.
Parliamo della tua collezione FW 14/15. Come nasce? A cosa si ispira?
Questa collezione è nata partendo dalle stampe, che ho creato io realizzando dei collage veri e propri con i quali, dopo in fase di stampa, abbiamo giocato facendone un effetto caleidoscopico, ingrandendoli o rimpicciolendoli. Quella dei collage e delle stampe è una cosa a cui stavo lavorando da molto, è stato un lavoro lento e appassionato di togliere e mettere e mi sembrava che finalmente fosse maturo per prendere vita.
Quali sono gli elementi di forza di questa FW 14/15?
L’elemento di forza della collezione sono assolutamente le t-shirt. Il concetto della T-shirt Couture mi sembra un mondo aperto sul quale ancora c’è molto da dire. Le magliette sono state il mio primo grande amore e penso che questo lavoro sulle stampe le abbia portate ad un livello superiore, le maniche poi, ricamate con paillettes e foderate, aiutano ad accentuarne il lato couture: per questo ho pensato ad un alta moda della t-shirt. Qui a New York, poi, la t-shirt è indossata tutto l’anno e in ogni situazione, assolutamente qualcosa da avere nel proprio armadio.
Sei stata definita una dei giovani designer più promettenti dello scenario italiano. Hai qualche ambizione o sogno nel cassetto?
Sono una visionaria e il mio più grande sogno è quello di poter vedere crescere la mia attività, riuscire a vivere del mio lavoro e dare la possibilità di lavorare a tante persone sia qui che in Italia. La visione del lavoro giusto, bello e gratificante che Adriano Olivetti creò nel secondo dopoguerra in Italia è senza dubbio il mio modello di sviluppo, vi invito ad approfondire la conoscenza su questo straordinario personaggio italiano.
Erika Molinari