Sara Tommasi: un altra vittima del sistema.

Creato il 20 giugno 2012 da Gianga87

Comincio questo post, col dire che io non ho niente contro chi vede i film porno. So che da anni si parla di pornodipendenza, e che la colpa viene scaricata totalmente sul porno e sul sistema che vi ruota attorno. Io però, rispetto la  libertà altrui, e non me la sento di cavalcare questo discorso, per lanciare una crociata di indignazione momentanea su questa cosa. Perché prima o poi quando verrà imposto il momentaneo rigore, tutti si ribelleranno e la pornografia tornerà ad essere libera come l’aria. Fatta questa premessa, non posso però non preoccuparmi per quello che sta accadendo a Sara Tommasi, una ex soubrette che dopo aver fatto parlare di sé in parecchie trasmissioni, facendo la valletta, e spogliandosi per strada contro le banche, dicendo; “ci avete lasciato in mutande” , adesso ha deciso di darsi al porno. La cosa, potrebbe piacere a qualcuno, e disgustare altri, ma il problema c’è. Il problema, è che Sara Tommasi, non è una pornostar di professione, cioè non ha scelto di seguire quella strada per arrotondare la paga, o per fare mostra di sé davanti a tanti vecchi bavosi che si divertiranno a metterle le mani dapperttutto. Sara Tommasi è stata attirata in quel vortice, da tutte quelle persone che si sono prese gioco di lei, senza guardare nel suo viso la disperazione che la stava distruggendo. Grazie anche all’aiuto di certa gente, la Tommasi si sta scavando la fossa da sola, ed è incredibile che in questi mesi quasi nessuno abbia sentito il bisogno di aiutare questa ragazza. Perché il punto è e rimane, quello di salvaguardare la sua vita che da mesi è sotto i riflettori di tutta la penisola, per impedire che faccia la fine di Michael Jackson, di Luigi Tenco, di Whitney Houston, di Moana Pozzi, o di altra gente dello star system. Quello che differenzia maggiormente il caso di Sara Tommasi da questi ultimi, è che mentre questi signori si sono tolti la vita da soli in una stanza di un albergo, o sono morti silenziosamente su un letto di ospedale, il dramma della Tommasi, è un vero e proprio suicidio in diretta. Più passa il tempo, e più sembra di vedere la Tommasi che ha fatto questo film porno, precipitare giù, senza trovare una via d’uscita. Adesso che sappiamo che per fare il film porno dal titolo scontato: “Sara contro tutti”, dovremmo darci una mossa per ssalvarle la vita, prima di vedere il suo bellissimo corpo distrutto oltre che dagli attori e da produttori (che spesso sono i reali responsabili delle vite dei loro dipendenti)senza scrupoli, dobbiamo darci una mossa e salvarle la vita. Adesso qualcuno dirà: “ma è consenziente sa quello che fa”. Invece no, Sara Tommasi non è affatto consapevole del rischio che corre, e ogni secondo che passa, la sua vita va in frantumi. Neanche la sua famiglia è riuscita a strapparla dalle grinfie di persone senza scrupoli, ma anzi non riuscendo a salvarla, rimane attonita nel vedere le propria figlia distruggersi. Ma la cosa che fa più ribrezzo  è che la sua vita non appartiene più al mondo materiale in cui tutti gli esseri umani si riconoscono, e a cui affidano la propria vita, bensì al mondo virtuale di internet prima e della tv poi. Se Sara continua di questo passo presto troveremo un altro caso Michael Jackson sui giornali, e magari ipocritamente andremo e sfogliare i giornali e ci chiederemo: “come è potuto accadere tutto questo?”.  Se davvero a noi sta a cuore la vita delle persone e ci interessa salvarle da un pericolo imminente, allora dobbiamo fare tutto il possibile per salvarle. Che si tratti di porno o di musica o di cinema formato famiglia, non possiamo ignorare la tragedia che si sta consumando davanti ai nostri occhi. La sua vita va salvata perché è troppo giovane per morire, e non si può ignorare la fine che rischia di fare. Per questo motivo, propongo di lanciare un appello alle istituzioni, per salvare la sua vita. Comprendo perfettamente che adesso in piena crisi economica, i problemi di cui discutere, dovrebbero essere altri, ma il problema e ché la vita di Sara Tommasi è appesa a un filo, e che prima o poi quel filo, si spezzerà uccidendola sul colpo. Se siamo abbastanza sensibili per aiutarla a non fare una brutta fine, non ci resta che chiedere a gran voce a tutta la politica italiana, di aiutare Sara Tommasi a uscire dal tunnel in cui si è imbattuta, prima che si ammazzi. E di considerare il suo caso, come una questione di stato, per impedire che ci siano altre come lei che prima si fanno illudere da tanti cretini, poi vengano lasciate letteralmente pre strada, mentre si ubricano e si drogano arrivando prima o poi al suicidio.  Ma questa sensibilità deve partire da noi, e bisogna che la  sentano anche dentro Montecitorio o Palazzo Madama. Se oggi la giornalista Selvaggia Lucarelli, non avesse scritto un editoriale su Libero, Per sensibilizzare gli italiani su un fatto così importante, lei sarebbe già morta. Per questo, propongo al quotidiano Libero e al suo direttore, di lanciare un appello alla politica italiana, perché salvi la sua vita.e le impedisca di distruggersi. Per evitare di ritrovarsi un altra giovane vita spezzata dall’ipocrisia dei più.  Basta volerlo.



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