Venerdì scorso, 18 Novembre, trovandomi a passare “per caso” (non è vero, ragazzi, avevo un appuntamento) da Via Impallomeni (Sede della Sezione Lavoro del Tribunale) a Palermo, ho incontrato alcuni amici Trapanesi che attendevano, speranzosi, la conclusione di una vertenza lavorativa intentata all’Ast da un bel po’ di tempo…
Si trattava di lavoratori quasi colleghi stante che risultavano vincitori di concorso per accedere al posto di conducente di linea Ast che, dopo aver superato perfino le rituali visite mediche, già si sentivano alla guida di uno dei mezzi della flotta aziendale senza minimamente pensare che l’Ast, di punto in bianco potesse…..lasciarli a piedi, oltre che disoccupati, annullando, con una curiosa (oltre che di dubbia valenza) motivazione, la selezione.
Per nulla rassegnati e decisi a far valere i propri diritti chiaramente calpestati, i cinque temerari si sono messi alla caccia di un buon avvocato che difendesse le loro ragioni trovando non semplicemente un valente legale ma, addirittura, un avvocato-filantropo-benefattore e difensore dei deboli che, sicuro del fatto suo, non ha chiesto ai suoi clienti neanche un soldo, pardon, un centesimo di euro d’acconto sulla parcella finale. Che culo, dirà qualcuno…
Per incassare qualcosa (anche lui tiene famiglia…), probabilmente, l’Avv. Lo Bello attenderà il ricorso in Appello stante che, a nostro avviso, la “causa” è “persa” in partenza in quanto l’Ast, con chissà quale misterioso espediente, vince quasi sempre, in prima battuta (ovvero in ambito locale), le cause di lavoro intentatole contro mentre soltanto quando il lavoratore, caparbiamente, spinge la lite fino al giudizio della Suprema Corte di Cassazione, comincia a prendere bastonature che non vi dico con conseguente danno per l’Erario.
Dopo tre o quattro rinvii, senza l’intervento di un legale dell’Azienda, il processo è stato rinviato ancora una volta, per la decisione finale, al prossimo mese di Giugno stante che l’Avvocato dell’Ast non si è presentato ancora una volta limitandosi a depositare, una decina di giorni prima, una memoria difensiva come se si fosse trattato di una normale pratica amministrativa.
Vogliamo scommettere che il ricorso sarà rigettato come avviene spesso per “Indeterminatezza della domanda” o perché “il fatto non viola alcuna legge” ?
Il problema è che questo genere di causa civile a ben altri risultati porterebbe se, ad esempio, un fatto avente rilevanza penale (denunciato, indagato e/o già sanzionato) avesse pesantemente inficiato la decisione presa dalla Società…
A nostro avviso, per esempio, l’Avv. Lo Bello avrebbe dovuto contestare non il semplice annullamento della selezione che, al limite, potrebbe essere stato determinato, come ufficialmente comunicato dal Direttore Generale supplente, a motivo dell’aggiornamento del piano industriale non ancora verificatosi, bensì un fatto preciso avente ben altra natura: la volontà, cioè, dell’impaurito Giovanni Amico di non assumersi responsabilità non sue stante che uno scatenato Giovanni Benigno, Segretario Regionale della Fit-Cisl minacciava. In quei giorni, ricorsi extra giudiziali, ricorso al TAR e al Tribunale Civile, gridando ai quattro venti che la selezione, bandita dal “sospeso” Ing. Nicolosi era, senza perifrasi, né più né meno che una truffa.
In fondo, il Dr. Amico, neo Dirigente dell’Ast, chiamato a sostituire l’Ing. Nicolosi, non aveva avuto neanche l’ardire di “occupare” seppure temporaneamente la stanza del Direttore Generale accontentandosi di una sorta di sgabuzzino laterale, figurarsi se arrischiasse di assumersi l’onere di portare a compimento una selezione che aveva il sapore di “cose precostituite”…. di cui, ovviamente, non aveva colpa alcuna…..