Alzo la cornetta ed era Radovan Karadzic: "Lei, signor Pejic, sta preparando un colpo di stato!", urlò nel telefono. "Le vuole che la Bosnia dichiari la secessione dalla Jugoslavia! I serbi non lo permetteranno mai. Lei sta sobillando il popolo contro la Jugoslavia. Deve fermare la trasmissione!". Era l'aprile del 1992, pochi giorni prima dell'inizio ufficiale del conflitto. La guerra già bussava alla porta, senza preavviso, non dichiarata e non invitata. A Sarajevo la guerra era sulla bocca di tutti, ma nei comuni limitrofi era già arrivata. Racconti di omicidi a sfondo etnico, espulsioni e rapine arrivavano alla radiotelevisione di Sarajevo. La città stava sul filo del rasoio: c'erano spari sporadici di notte, notizie di cecchini, di blocchi stradali e di checkpoint controllati da paramilitari.Inizia così un pezzo di Nenad Pejic pubblicato due giorni fa sul sito di Radio Free Europe/Radio Liberty. Venti anni fa, alla vigilia della guerra in Bosnia, Nenad Pejic era il direttore dei programmi della televisione di Sarajevo (attualmente è regional director ed ha diretto in passato il Balkan Service di RFE/RL) La guerra sembrava inevitabile, ma Pejic tentò di fare un ultimo tentativo per salvare la pace. Leggi l'articolo sul sito di Radio Free Europe/Radio LibertyHow I Failed To Stop The War In Bosnia
Sarajevo, settembre 1993: bombardamento sulla via Maresciallo Tito
(Foto Mario Boccia)