”I rappresentanti delle istituzioni la smettano di recitare il ruolo dei commedianti che accorrono sul luogo delle tragedie, fanno sopralluoghi e promettono stanziamenti mentre continuano ad approvare programmi edilizi e urbanistici che sfasciano il territorio come ha fatto il governatore della Regione Sardegna Cappellacci”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e i due rappresentanti regionali dei Verdi sardi Roberto Copparoni e Giovanna Cabiddu, che aggiungono: “E’ l’ora di smetterla con le recite perché le drammatiche conseguenze che hanno investito oggi i cittadini sardi e ieri quelli di tanti altri posti d’Italia sono figlie della inesistente cura del territorio, della speculazione e della cementificazione oltre che dell’inazione dei governi rispetto ai cambiamenti climatici, come dimostra l’assenza totale di interesse verso la Conferenza di Varsavia”.
”A cosa ci riferiamo? Alle zone a ‘burocrazia zero’ del decreto del Fare del governo Letta, aree in cui si può aprire una fabbrica o un albergo in spregio anche delle norme paesaggistiche e di tutela idrogeologica – continuano -. Anche sugli alvei fluviali, come nella Sardegna dell’abusivismo. Mentre si continuano a lesinare soldi alla messa in sicurezza del territorio prediligendo le grandi opere inutili per le quali i soldi ci sono. 11 miliardi a Mose; 20 miliardi per la Tav della val di Susa”.
”Pochi giorni fa la giunta del governatore Cappellacci, che ieri sorvolava le aree inondate in elicottero, ha demolito il coraggioso piano paesaggistico di Renato Soru che aveva provato a fermare il cemento dilagante – spiegano gli esponenti verdi -. Per Cappellacci il futuro della Sardegna è nel costruire villette a schiera anche sulle coste ancora scampate al cemento e all’abusivismo. D’altronde, attraverso il piano casa, in Sardegna si permette di costruire sempre e ovunque. Ma ancora non basta perché il comune di Cagliari vuole costruire un nuovo quartiere (nonostante il capoluogo sardo sia pieno di alloggi invenduti) in una zona agricola che viene chiamata in dialetto “Su Stangioni”, e cioè un’area su cui esisteva uno stagno”.
”Questa politica non ha il diritto di parlare di fatalità deve assumersi le proprie responsabilità e liberare l’Italia facendola finita con sprechi e le spese adssurde: che senso ha oggi spendere 15 miliardi per gli F-35 – concludono Bonelli, Copparoni e Cabiddu -. Il Parlamento si riunisca immediatamente e stanzi – subito – quelle risorse alla difesa del suolo e alla prevenzione del rischio idrogeologico”.
Cordiali saluti
Giuseppe Caria
Ufficio Stampa Verdi Cagliari