Fino ad ora non ho mai, volutamente, parlato della tragedia che ha colpito la Sardegna. Non per menefreghismo ma, semplicemente, perché non ci sono troppe parole da dire, da scrivere e soprattutto le parole, ora, sono l’ultima cosa che serve.
Però questa mattina, alla radio, ho ascoltato R101 e le ultime notizie. In conclusione c’è stato l’intervento di Paolo Liguori che ha parlato della Sardegna, scegliendo come titolo per la sua analisi “Piove, governo ladro“.
Il giornalista, in sintesi, sembra aver sollevato ogni responsabilità del governo perché, a suo dire, la colpa – se così si può chiamare – è di tutti.
E chiude il suo intervento dicendo, in pratica, che non si può sempre addossare a qualcun altro una propria responsabilità.
Ora, continuerò a non parlare della tragedia sarda ma mi auguro di aver mal compreso e mal interpretato le parole di Paolo Liguori. Forse, alla guida, ero attento al traffico e ho ascoltato sommariamente le sue parole. Perché non vorrei proprio che fosse così.
La parola Governo, intanto, credo che sia un nome collettivo che, tra gli altri, comprende amministrazioni comunali, regionali e via dicendo. Per cui è un’imprecazione generale, non specifica e risulta più immediata rispetto a “piove, amministrazione comunale di xxx” o “piove, assessorato a …”
Poi, in seconda battuta, vorrei capire quali responsabilità imputare ai cittadini che, nelle tragedie, sono i primi che pagano, di tasca, di testa e di cuore. Il cittadino non ha responsabilità oggettive su disboscamenti, costruzioni, materiali che riguardano una comunità. Non sono nemmeno colpevoli, a mio parere, quando assumono una veste professionale ma solo quando la loro carica è politica.
Il “professionista” che svolge male il proprio lavoro o la fornitura di un materiale è colpevole, certo, ma prima di lui è colpevole chi l’ha scelto e chi non ha verificato la bontà del suo operato.
Un cittadino non costruisce da solo una diga. Non costruisce da solo una strada, un palazzo, la rete idrica di un comune.
Una cosa giusta, sempre che abbia mal interpretato il discorso, è stata detta: «Basta scaricare le responsabilità» ma doveva concludersi qui. Fino a prova contraria, tutto quanto di positivo ottenuto fino ad ora (?) è opera dello Stato mentre le colpe per quello che non funziona sono da imputare ai cittadini.
La crisi economica e di lavoro è colpa dei cittadini ed è stato più volte detto e ripetuto. Se non è colpa nostra, in quanto cittadini, è colpa del governo/amministrazione precedente che incolpa, a sua volta, l’amministrazione precedente e i cittadini e così via.
C’è sempre qualcuno che ha colpa ma non è mai chi comanda che, invece, proprio per il ruolo che ricopre, dovrebbe essere il primo a pagare invece di presentarsi con un elegante soprabito bianco a seguire la riunione della protezione civile. Visto che il volo Roma-Olbia lo paghiamo noi, avremmo storto meno il naso se dalla scaletta fosse sceso un italiano con gli stivali da fiume e una pala a dare l’esempio.
Finché non ci sarà l’esempio di chi comanda, la prima colpa è di chi comanda.
Profilo di Pierpaolo Molinari
Nato nel 1978, web designer dopo aver lasciato architettura per dedicarmi all'informatica. Ho una grande passione per la tecnologia, Apple, il calcio, la musica, la lettura e la scrittura.