Sono ormai trascorsi sedici anni dalla frana che il 5 Maggio 1998 colpì la cittadina di Sarno, piccolo centro il provincia di Salerno, spazzata in poco tempo dalla furia dell’acqua, del fango e dei detriti portati via dalla corrente, insieme alle vite delle 137 vittime mietute. Una tragedia che sconvolse per sempre la vita degli abitanti di Sarno e che suscitò commozione e dolore nell’Italia intera. Oggi, a sedici anni di distanza, “il dolore è solo di chi ce l’ha” come afferma Teresa Vitolo, che nella tragica frana di Sarno perse il marito e il figlio, oltre alla propria abitazione. Una donna tenace e determinata, che non si è lasciata piegare dal dolore immenso, e che è divenuta negli anni un punto di riferimento importante per la comunità di Sarno impegnata nella lenta ricostruzione e nella rimarginazione delle profonde ferite. Una donna forte, che si è battuta e si batte per il diritto alla casa di tutti coloro che lo avevano perso, e che in questi anni è riuscita ad andare avanti con la forza della disperazione e con la tenacia di chi sa di aver perso tutto ma non vuol rinunciare a vivere, se non altro per l’amore dell’unico figlio che le è rimasto.
Teresa Vitolo è, dunque, uno dei simboli di Sarno e lo è ancor di più nel giorno del ricordo e della commemorazione di quella tragedia, ricordata con una cerimonia liturgica nella Chiesa madre di Episcopio, celebrata da monsignor Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera-Sarno, alla presenza di diverse autorità locali, di diverse rappresentanze studentesche e delle famiglie che il 5 Maggio 1998 persero i propri cari sotto la coltre di fango franata giù dalla montagna.
In quell’occasione, si puntò il dito contro il mancato rispetto delle leggi della Natura da parte degli uomini, con la conseguenza inesorabile della ribellione della Natura stessa che, in questi casi, sprigiona la sua forza in maniera devastante. In tal senso si è espresso, anche a sedici anni di distanza, monsignor Giudice rivolgendosi ai giovani presenti alla Messa, esortandoli a rispettare la Natura, imparando i limiti che gli uomini devono porsi. La cerimonia di commemorazione è poi continuata in serata con una fiaccolata che ha attraversato l’intero paese di Sarno, fino a raggiungere l’ex ospedale Villa Malta, dove sedici anni fa persero la vita medici, degenti e diversi bambini.