I numeri dicono molto ma non tutto. A fermarsi ai 16 gol messi a segno da Gonzalo Higuain in questa prima parte di campionato, infatti, si avrebbe dell’argentino solo un quadro – senz’altro un capolavoro – come calciatore. Ma il “Pipita” è prima di tutto una persona, i cui tratti del suo carattere è molto più difficile tinteggiare. A farlo, tuttavia, ci ha pensato Maurizio Sarri, insignito del prestigioso premio “Le velo – l’Europa dello sport”, giunto alla sua diciannovesima edizione.
Nel corso della serata di Palagio di Scarperia, infatti, l’allenatore partenopeo si è ovviamente soffermato sul buon momento della sua squadra e su quello stratosferico della sua punta di diamante, Gonzalo Higuain. Proprio il grande rapporto instauratosi tra i due in effetti è uno dei segreti alla base dell’incredibile mole di gol messi a segno dall’argentino. Un rapporto nato sin dai primi giorni di ritiro, quando il tecnico toscano – come rivelato da lui stesso – parlò in maniera chiara col suo attaccante: “Quando ho parlato per la prima volta con Higuain – ha confidato ai microfoni di Goal.com – gli ho spiegato chiaramente che alcuni suoi atteggiamenti gli provocavano un dispendio di energie nervose e ciò poteva risultare controproducente. Ora mi sta ascoltando e pensa di più al campo“.
Su quello dell’ “Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo”, però, nel corso del primo tempo in parte si è rivisto un Higuain meno tranquillo del solito, anche a causa dei due gol sciupati, una rarità per un cecchino infallibile come lui. Lo stesso Sarri, in effetti, ha ammesso che il numero nove azzurro “all’intervallo era distrutto per non essere riuscito a segnare, così l’ho confortato dicendogli di continuare a cercare la via del gol, perché sa farlo meglio di tutti“.
Un episodio questo che conferma le parole dello stesso mister sulla persona Higuain prima ancor che sul calciatore: “A differenza di quanto si possa pensare, è un ragazzo molto sensibile e a volte ha bisogno di essere spronato, mentre in altre situazioni preferisce essere lasciato sereno. Sono molto legato a lui e al gruppo e anche Gonzalo è molto attaccato alle persone. Per questo è venuto ad abbracciarmi dopo il gol“.