I Dodo FM con Giacomo Medici (Oloferne) e Marino e Sandro Severini (Gang)
Più vengono in mente aneddoti, più questi prendono la forma di una metafora: quella dei sassolini. Come un moderno pollicino riguardandomi indietro ogni pensiero diventa un sassolino messo lì non per riportarmi a casa, ma per ricordarmi da dove vengo.
Alcuni di questi sassolini intendo condividerli per ringraziare le persone che me ne hanno fatto dono, a partire da quella chitarra classica – una Jasky, marca universalmente sconosciuta – che per via del pregio dei legni che la compongono ho sempre chiamato Cassò. Il Cassò ha girato in casa mia da quando ho memoria seppur nessuno in famiglia suonasse alcuno strumento.
A 15 anni ci fu il mio primo breve approccio al Cassò per la disperazione di parenti e amici (scusa Gresta, scusa Feffo). Dopo neanche un mese tornò dentro la custodia vintage di pelle per uscirne solo 5 anni più tardi. Mi decisi a domarlo quando il mio amico (e futuro fondatore dei Dodo FM) Francesco Piombetti comprò il suo primo basso Yamaha deciso ad apprendere lo strumento più scacciafiga della storia. E chi ero io per impedirglielo?
Cominciarono così le imbarazzanti strimpellate nel mio garage fin quando non arrivò una sconcertante verità: le chitarre vanno accordate. Avevo suonato per mesi senza pormi il minimo dubbio a riguardo torturando dei poveri ascoltatori casuali.
Prima ancora, precisamente nel 2005, Giacomo Medici, cantante degli Oloferne vide qualcosa in un ragazzo capellone di 18 anni e gli chiese di accompagnarli in giro per l’Italia nei loro concerti.
Ora, nove anni dopo, ahimè i capelli lunghi non ci sono più, ma posso dire che senza gli Oloferne e Giacomo, in seguito diventato amico e maestro per me, ora non sarei qui a scrivere queste righe.
Un altro sassolino è da dedicare a Marino e Sandro Severini della Gang. Ricordo con precisione la prima volta che sentii un loro brano (grazie Cande) e anche la prima volta che li vidi live ad un concerto in quel di Sesto Fiorentino. Non serve che io racconti chi sono loro due, prendo in prestito le parole di Massimo Ghiacci, bassista dei Modena City Ramblers, durante un’intervista che ho avuto il piacere di fargli: “i fratelli Severini sono un esempio musicale già enorme, ancora di più lo sono a livello umano.”
I sassolini che portano alla serata del 16 aprile sono tanti ed il rischio del post-elenco telefonico è sempre dietro l’angolo; si va da Lorenzo Socci alla cassettina arrivata per caso da una compagna di banco millemila anni fa, ai gruppi che mi hanno ispirato e continuano a farlo a quelli che non lo fanno più. A Gabro e Alessio che non hanno mai fatto mancare il loro aiuto professionale, a chi ci segue, ci fa le foto e lancia sempre i bis applaudendo. Infine i fonici Riccardo e Marco di RMAudio e tutti gli ospiti a cominciare da Paolo Sorci che mi ipnotizza ogni volta che tocca le corde della chitarra, Alessandro Piccioni grande compagno di viaggio olofernico e recentemente anche di lavoro per poi concludere con Marino e Sandro, che credono nei Dodo FM tanto quanto me.
È solo un sogno…o qualcosa in più?