No, un satellite non “minaccia” il nostro pianeta
Infatti il testo dell’articolo stesso chiarisce che si teme che “una ventina di detriti possano cadere sulla Terra”. Tutto qui. Le probabilità di esserne colpiti sono modestissime: è più probabile che Roberto Giacobbo abbia nella sua cameretta il poster di Piero Angela.
Per chi volesse informazioni di prima mano e meno drammaticamente gonfiate, il bollettino apposito della NASA è qui: il suo ultimo aggiornamento indica che il satellite, denominato UARS (Upper Atmosphere Research Satellite), dovrebbe rientrare fra il 22 e il 25 settembre. La caduta non è controllata da terra in alcun modo e potrebbe interessare qualunque zona del pianeta compresa fra 57 gradi di latitudine nord e 57 gradi di latitudine sud. L’area di disseminazione dei rottami si estenderà per circa 800 chilometri di lunghezza.
Space.com ha un video che chiarisce il motivo di questi limiti di latitudine e segnala che l’area d’impatto sarà indicabile con più precisione (se “entro un raggio di 10.000 km” si può chiamare “precisione”) solo un paio d’ore prima del rientro.
Il satellite UARS, lanciato nel 1991 e giunto tempo fa al termine della propria attività di ricerca sull’atmosfera, pesa poco meno di sei tonnellate ed è lungo quasi 11 metri e largo quattro e mezzo: ne potrebbero arrivare al suolo alcuni frammenti pesanti fino a 140 chili, ma il grosso si disintegrerà nell’atmosfera, creando uno spettacolo notevole, molto probabilmente visibile a occhio nudo. Il documento NASA di valutazione del rischio è scaricabile qui (PDF). Come sempre, chiunque trovasse frammenti del satellite farebbe bene a non toccarli ma a notificare le autorità.
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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.