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Saturday Post. Aperto il foro boario: occhio ai tori

Creato il 11 dicembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Saturday Post. Aperto il foro boario: occhio ai tori PillolaTimmy, Tommy e Jimmy hanno deciso di compiere il grande passo: pur di finire le loro tre case voteranno la fiducia a Ezechiele Lupo in cerca di consensi nel branco. Se questa cafonissima farsa del mercato delle vacche non fosse una cosa maledettamente seria (si parla di reati mica di triccheballacche), la storia di Calearo, Scilipoti e Cesario verrebbe derubricata ad una specie di saga degli sfigati, mentre non è che lo specchio fedele di quest’Italia che Berlusconi è riuscito a creare in venti anni di spappolamento dei cervelli e non solo quelli. I tre porcellini (dovessimo essere querelati avremmo comunque il sostegno di Fabio Granata inventore della “formula”), hanno dichiarato di avere più di una ragione per passare dall’altra parte. Prendiamo il dipietrino Antonio Razzi (Timmy), ha un mutuo da pagare e non ha soldi sufficienti per onorare il suo debito. Già ad agosto Berlusconi gli aveva fatto sapere che era disponibile a dargli una mano ma il Razzi, uomo d’onore, aveva addirittura convocato una conferenza stampa per denunciare il tentativo di corruzione. Passati un paio di mesi deve essere accaduto che gli interessi sul mutuo si siano fatti troppo onerosi per le tasche di un semplice onorevole, da qui la decisione di accettare la proposta di Berlusconi: “fanculo Di Pietro, Silvio arrivo”. Il caso di Domenico Scilipoti è un po’ più complesso di quello del suo compagno di partito Razzi. Sono infatti ben tre le ragioni per le quali ha deciso di passare con Berlusconi: la prima è che la moglie si è ammalata perché “Di Pietro non le telefona mai”, la seconda per un’ingiunzione di pagamento di 200mila euro che gli ha inviato a stretto giro di raccomandata l’ufficio delle entrate, la terza perché “non posso militare in un partito che ha una posizione come quella dell’Idv sull’agopuntura” che è come dire che Tonino ha una posizione insostenibile anche sulla barba di Babbo Natale. Resta Jimmy, al secolo Massimo Calearo, che Valter Veltroni volle fortissimamente mettere in lista nel Nord-Est a dimostrazione che non tutti gli industriali del nord votano per la Lega o per il Cummenda. “Sono entrato nel PD per Veltroni – disse subito dopo aver annunciato la sua uscita dal gruppo dei Democratici – ora che Veltroni non c’è più mi sento svincolato”. Ma Calearo nelle ultime ore è andato oltre, ha dichiarato che un “voto, al netto della promessa di rielezione, vale oggi dai 350 ai 500mila euro”, ai quali occorre aggiungere tre telefonate al giorno di Berlusconi alle mogli dei parlamentari, un contratto di consulenza vitalizio presso qualche ministero, la tessera tribuna gratis per il Milan, il conto open a Mediashopping e l’assicurazione furto e incendio eterna con Mediolanum. Non male per una marketta.PillolinaCampagna acquisti anche Oltretevere. La Santa Romana Chiesa, che in quanto a fiuto degli affari non la frega proprio nessuno, si è vista arrivare un invito a pranzo dall’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Seduti allo stesso tavolo un bel numero di cardinalotti purpurei e un nutrito gruppo di ministri del governo Berlusconi. A guidare le due squadre, che dopo essere scese in campo si sono scambiate il gagliardetto della pace, il cardinale Carrozziere e Silvio in persona con la maglia di Ibrahimovic. Come cadeau finale, Berlusconi ha regalato alle parrocchie una sessantina di milioni di euro che solitamente tacitano le anime (oltre ai corpi). Presente nell’aria l’ectoplasma di Camillo Ruini che, lontano dall’essere andato in pensione, continua a recitare il ruolo di fine tessitore vaticano e di padre putativo di Pierferdinando Casini. Speriamo solo putativo, ma per Casini mica per noi.SuppostaIl ministro degli esteri Franco Frattini deve essere stato colto dalla stessa sindrome di Silvio: crede di essere diventato uno statista e di “pesare” davvero tanto nei confronti delle diplomazie straniere. Dopo che la tivvù iraniana aveva mostrato le immagini di Sakineh a casa sua (quanti polli ci sono cascati!), Franco occhiofino” si è affrettato a rilasciare una dichiarazione nella quale, oltre ad esprimere il proprio giubilo per la liberazione della condannata a morte per adulterio, metteva in risalto il lavoro e i meriti della diplomazia italiana (e suo personale), per la felice chiusura del caso. Insomma se Sakineh era libera lo doveva all’Italia e a lui in modo particolare. Tempo poche ore e dall’Iran giungeva la notizia che Sakineh non era stata affatto liberata ma portata in catene a casa dove, davanti alle telecamere aveva riaffermato la sua colpevolezza. Sentito in proposito il ministro Frattini ha detto “Si sa, gli iraniani sono dei fanatici di ‘Scherzi a parte!’”.

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