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Non si sa se Sawney Bean sia esistito veramente ma , anche se il suo personaggio fosse solo una leggenda metropolitana, ha il suo fascino maligno che ha contagiato anche altri registi come Wes Craven che modellò la sua famiglia di mostri in Le colline hanno gli occhi ispirandosi proprio alla figura di Bean e alla sua stirpe.
In Sawney : The flesh of man ( conosciuto anche col titolo ben più anonimo di Lord if darkness) si parte proprio dalla leggenda di Bean, nominato in un veloce incipit, per poi essere trasportati subito a fine anni '90 in una storia che vede un misterioso taxi nero implicato nella sparizione di varie persone , un antro degli orrori in cui domina incontrastata la figura di un killer ossessionato dalla religione, il quale tortura uccide disseziona , mangia e fa mangiare resti umani alla sua mostruosa "famigliola" e un giornalista che si appassiona al caso anche perchè una delle persone rapite è la sua fidanzata.
Su un substrato da thriller investigativo , piuttosto superficiale e sbrigativo a dire il vero, viene evidenziata un'anima da slasher anni '70 che paga dazio sia al succitato film di Craven che al film da cui tutto il mondo slasher è stato creato, quel The Texas Chainsaw Massacre che ha creato e continua a creare proseliti nella cinematografia di tutto il mondo.
E in un ritorno al passato , ultima tendenza del genere, un film come Sawney : The flesh of man trova una sua collocazione adeguata perchè ha qualche barlume di originalità data da un'ambientazione inconsueta ( le Highlands scozzesi esplorate voluttuosamente dalla telecamera nelle numerose scene di inseguimento che caratterizzano la parte centrale del film e come locations fanno una figura porchissima perchè sono veramente mozzafiato ) e un protagonista di quelli che restano impressi, una figura a metà tra il classico maniaco da slasher movie e il pazzo protagonista di The Mangler, guarda caso ancora di Tobe Hooper come The Texas Chainsaw Massacre.
Il Sawney Bean nel film dell'esordiente Ricky Wood ( a proposito sembra un film fatto in famiglia visto che è scritto da RIck Wood, il padre forse? e la presenza di altri Wood nella realizzazione di questo horror low budget ) è reso incisivamente dalla prova maiuscola di David Hayman, caratterista scozzese visto in parti di contorno anche in grosse produzioni hollywoodiane, uno di quei volti che ti pare di aver visto da qualche parte ( cinematograficamente parlando) ma che non riesci a collegare a un film specifico.
Generose dosi di splatter e di gore non bastano ad elevare il film sopra la media anche perchè la sceneggiatura è piuttosto povera e la regia appare a tratti piuttosto acerba ( e ci sono dei buchi narrativi mica da ridere) pur avendo il merito di non lasciare nulla, ma proprio nulla all'immaginazione nelle numerose scene di cucina creativa con avanzi umani e quelle dita che galleggiano in una salsa rossa come fossero patatine disperse in un mare di ketchup sembrano proprio il tocco di classe di uno chef pluristellato....
Il budget risicato non vuol dire realizzazione poco professionale e comunque sei si cerca una ragione per guardarlo si può puntare in sicurezza sulla volontà di ammirare nel loro splendore le fantastiche Highlands scozzesi.
A dir la verità c'è poco altro ma non è così disprezzabile.
Presentato in anteprima assoluta al Frightfest del 2012.
( VOTO : 5,5 / 10 )
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