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Saxon – “Sacrifice”

Creato il 01 luglio 2013 da Giacomo @giacomogbianco

Sacrifice, 2013Una realtà indiscussa del NWOBHM-che-fu ha staccato il biglietto del ventesimo studio album pubblicato. Il 1° marzo è uscito infatti Sacrifice, ultima fatica della band di Barnsley, UK. Che dire, l’album non mi ha colpito più di tanto: è un buon disco di heavy metal, quello più hard rock oriented, fatto di tantissimi riff vecchio stile, cui fa da contraltare una produzione moderna, pulita, che esalta sicuramente questa tipologia di musica.

L’album si apre con l’intro Procession, cui segue la title-track Sacrifice. Caratterizzata da un riffing molto duro e potente, la canzone si candida come il miglior brano dell’album e racchiude tutti gli elementi tipici del genere. La voce di Biff Byford è acuta ma potente, ancora in grande stato dopo 62 primavere, le chitarre urlano ed il wah-wah tesse strane partiture, per poi sfociare in un ritornello anthemico, con i cori che ripetono il titolo. Un assolo in pieno stile classic metal chiude certamente un buon episodio. La terza traccia è Made in Belfast, con un riff che si guadagna subito l’attenzione dell’ascoltatore. I Saxon intuiscono la potenzialità del giro e lo ripropongono anche nel ritornello. Buona scelta, così come valida la canzone. Warriors of the Road è il brano più potente dell’album. Le partiture si spostano su canoni prettamente speed metal, con le ritmiche forsennate e la voce molto più aggressiva. Non male come brano. Guardians of the Tomb, la quinta canzone, inizia in modo tranquillo, con una buona melodia di chitarra. Il riffing è particolare, anche se poco dopo diventa tutto decisamente più heavy metal. Da notare l’assolo melodico. Il sesto brano è Stand up and Fight, ma vi dico che non è della stessa classe della song di Dio. Quello in questione è un brano deciso, ma niente di più, dal momento che pure il ritornello sembra risentire delle linee vocali un po’ smorte. Stesse parole si possono dire per Walking the Steel, brano con non molto mordente. Night of the Wolf è un brano invece migliore, ma pur sempre molto canonico. Wheels of Terror, nona traccia, ricorda (almeno per il titolo) un grande brano del passato dei Saxon, ma anche qua i Saxon si arrangiano alla bell’e meglio con grande mestiere, mentre l’assolo vorrebbe stupire, ma in effetti rimane nell’anonimato. L’ultima canzone è Standing in a Queue, dall’incedere rockeggiante grazie al basso lineare ed ai riff graffianti.

In apertura ho detto che non mi ha colpito particolarmente perché, a giorni di distanza, nessuna traccia mi è rimasta impressa: sarà perché l’heavy che preferisco è quello della scuola Maiden – Priest al massimo – ma quello fatto con i soliti riffoni chitarristici, su di una base ritmica piuttosto lineare, non mi ha mai esaltato. I Saxon per me han sempre rappresentato tutto questo, per cui preferisco lasciarli adorare agli altri.

Album piuttosto anonimo, ci si vive bene anche senza.

Tracklist:

  1. Procession – 1:45
  2. Sacrifice – 3:58
  3. Made in Belfast – 4:34
  4. Warriors of the Road – 3:34
  5. Guardians of the Tomb – 4:47
  6. Stand up and Fight – 4:02
  7. Walking the Steel – 4:24
  8. Night of the Wolf – 4:23
  9. Wheels of Terror – 4:23
  10. Standing in a Queue – 3:36

Line-up:

Biff Byford – vocals
Paul Quinn – guitars
Doug Scarratt – guitars
Nibbs Carter – bass
Nigel Glockler – drums

Voto:

2-stelle

 



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