"Sbagliando l'ordine delle cose perché la bellezza e' un involucro, il talento un risultato, ottenuto con la fatica, la paura, il coraggio di accettare ogni sfida. A teatro, al cinema, in tv. Nella vita. Con intensità fisica e poesia. Perché poi, Sbagliando l'ordine delle cose, ogni figlio diventa un padre."
Queste sono le parole che mi hanno incuriosito nei giorni precedenti il Natale, quando ero in libreria a curiosare sulle novità editoriali e la mia attenzione fu catturata dalla copertina di un libro con la foto di Alessandro Gasmann, una curiosità che ho fatto mia quando un mio carissimo amico mi ha chiesto quale regalo avessi voluto per l'occasione ed io gli dissi che mi avrebbe fatto piacere leggere questo romanzo, che poi in effetti è una raccolta di racconti di vita vissuta.
E' un libro che ho fatto mio per una serie di motivi: il collegamento a quel grande artista che fu il papà di Alessandro, l'immenso Vittorio di cui lessi anche un libro molto forte "Memorie del sottoscala" in cui lui parlava della sua depressione, la curiosità di entrare nella psicologia di un uomo famoso ed invidiato quale può essere un personaggio pubblico come Alessandro, il fatto che il libro mi fosse stato regalato da un amico, ma, soprattutto, la spinta principale è stato il confrontare la mia esperienza di uomo comune che ha perduto un padre troppo presto nella vita (avevo solo 21 anni e lui 58) con l'esperienza di un uomo famoso, così come mi sono confrontato in altre occasioni con altri personaggi che raccontavano di queste forme di esperienza, non ultimo Flavio Insinna ("Un Padre, un Figlio, l'Addio") e Massimo Gramellini ("Fa bei sogni")
Personalmente non ho avuto l'esperienza di essere anche io a mia volta un padre, per effetto di scelte fatte o non fatte al momento giusto e quindi in un certo senso sono orfano due volte della figura paterna.
La vita non mi ha dato molto tempo per potermi concedere il lusso di poter aver accanto a me un padre, di vederlo invecchiare, di potermi confidare con lui, di renderlo testimone dei miei successi e dei miei insuccessi ma il fatto di averlo perduto così presto non ha significato cancellare la sua presenza ed anzi mi rendo conto che più si cresce, più si va avanti con gli anni e più sento il desiderio di voler colmare questa lunga assenza, e anche scrivere queste parole, al di là che vengano o meno lette da qualcuno, sono il mio personale modo di rendere omaggio ad una figura che non ha avuto lo spessore di un padre famoso quale può essere un Vittorio Gasmanm ma ogni padre deve essere il padre più famoso per suo figlio.