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Sbarchi a Siracusa. Don Zerai attacca le autorità

Creato il 20 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Sbarchi a Siracusa, mentre Don Zerai, sacerdote eritreo, attacca le autorità per il funerale senza bare.

Photo credit: Vito Manzari / Wikimedia Commons / CC BY 2.0.

Ancora sbarchi a Siracusa e polemiche dopo le parole di Don Zerai. Dopo l’avvio in gran pompa dell’operazione Mare Nostrum, i migranti continuano ad arrivare regolarmente nel nostro Paese, sfruttando presumibilmente le buone condizioni del mare. Oggi sono sbarcati ben 254 migranti, che sono stati soccorsi ieri pomeriggio a 150 miglia da Capo Passero e sono stati trasbordati a bordo di alcune motovedette della Capitaneria di Porto. Una tragedia sfiorata anche in questo caso, dato i migranti erano a bordo di un peschereccio che stava imbarcando acqua. I migranti, tra i quali quasi un centinaio di minori, sono sbarcati all’alba nel porto di Siracusa. Ora dovranno essere trasferiti in un centro di accoglienza, ma ci sono difficoltà nello smistamento a causa della quantità di migranti arrivati negli ultimi tempi e che ha saturato le strutture di accoglienza. A Lampedusa, intanto, è stato recuperato il cadavere di un altro naufrago. Intanto infuria la polemiche sulle esequie delle vittime della strage di Lampedusa. Don Zerai, sacerdote eritreo conosciuto per il suo impegno verso i profughi che arrivano dal centro Africa, ha innescato una polemica attaccando l’iniziativa di tenere il funerale delle vittime del naufragio alla presenza delle autorità come il ministro per l’Integrazione Kyenge e il ministro dell’Interno Alfano. Don Zerai ha definito l’iniziativa “una beffarda passerella”. Don Zerai attacca anche per il trattamento riservato ai familiari delle vittime: “sono costretto a dire ai familiari delle vittime che il funerale di Stato non ci sarà e sconsiglio di mettersi in viaggio. In me c’è tanta amarezza e l’ho espressa in una lettera al ministro dell’Interno Alfano. Gli ho scritto che i parenti delle vittime si sentono presi in giro dal governo italiano e che proprio lui aveva annunciato il funerale di Stato. Ora si ritrovano una cerimonia fatta in fretta e senza le bare ormai disseminate nei cimiteri della Sicilia. Sarebbe stato importante, se non era possibile restituire le vittime alle famiglie, seppellirle in un posto unico, erigendo una lapide in ricordo”.


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