Scambio di persona

Da Carlo Deffenu

Ieri mi è capitata una cosa stranissima.Tornavo a casa verso le 15, sotto un sole spietato e un caldo afoso, e tenevo in mano una busta con le camice da lavare. A un certo punto una bambina a cavallo di una bicicletta da corsa, tutta bardata con la tutina aderente, gli occhiali professionali e il casco aerodinamico, mi taglia la strada sul marciapiede centrale della passeggiata Barcellona di Alghero, e punta verso le strisce pedonali. Mi fermo anche io sul bordo della strada e mi giro a osservarla meglio. Mi sembra la figlia di una mia amica... anche le mi guarda e penso: "Forse si vergogna di salutarmi." Istintivamente le chiedo: "Ma noi due ci conosciamo?"In un attimo vedo la bambina irrigidirsi e balbettare, indicando la strada alla sua destra: "Sto...sto aspettando mi-mio padre."Capisco al volo che la bambina mi ha scambiato per un maniaco - uno di quegli sconosciuti da evitare se ti rivolgono la parola - e che la curiosa bardatura da ciclista mi ha fatto credere una cosa che non era. "Scusa, ho sbagliato persona" dico subito, girandomi verso la strada e attraversando al volo per evitare casini involuti.Subito dopo arriva il padre in macchina che la incita a riprendere la corsa e lei, faticosamente, si rimette in marcia.
Il piccolo incidente mi ha fatto pensare a come basti davvero poco per essere fraintesi, giudicati e condannati. Basta uno scambio di persona, una parola sbagliata, un piccolo abbaglio... in un tempo dove il prossimo è un potenziale nemico da cui difendersi. 

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