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Scandali nel mondo del sumo, sport nazionale giapponese . truccati la maggior parte degli incontri.

Creato il 14 marzo 2011 da Madyur

Tempesta sul Sumo, simbolo sacro del Giappone. Travolto da una serie di scandali , rischia di naufragare definitivamente lo sport in cui lottatori di 200 Kg si afferrano e cercano di scaraventarsi l’un l’altro fuori del dohyo ( il ring) in incontri che possono durare pochi secondi , ma che ingrossano il conto in banca dei lottatori di sumo.

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L’ultimo scandalo ha visto 14 lottatori e capi-scuderia accusati di aver truccato molti incontri negli ultimi tornei. I giudici hanno sequestrato telefonini di alcuni rikishi ( lottatori di sumo professionisti) coinvolti nelle indagini relative ad un altro scandalo : le scommesse illegali sulle partite di baseball , scommesse gestite dalla yakuza , l’organizzazione criminale giapponese.

Quest’ultima indagine affossa il progetto di trasformare la Jsa (Japan Sumo Association) in una corporazione di interesse nazionale che , tra diversi benefici, avrebbe anche quello di uno sconto dell’8% sulle tasse da versare al fisco per gli introiti dello sport.

La fase discendente del sumo è iniziata tre anni fa , quando un allievo diciasettenne morì dopo essere stato selvaggiamente picchiato da due lottatori adulti in un caso di bullismo. Da allora una catena di scandali: scommesse clandestine , collusione con la criminalità organizzata , droga, ricatti, risse violente in luoghi pubblici. I rikishi , che dovrebbero essere autentici alfieri dello spirito giapponese, finivano più spesso nelle pagine della cronaca nera che in quelle sportive.

Grandi tornei sono stati cancellati o degradati. La Nhk, la televisione di Stato, che trasmetteva in diretta i grandi tornei , ha rinunciato ai diritti esclusivi per i quali versava alla Jsa un canone annuale pari a 25 milioni di euro , un quarto delle entrate ufficiali dell’Associazione. Le strutture dell’organizzazione hanno cominciato a vacillare anche quando diversi sponsor hanno espresso serie perplessità a rinnovare i contratti.

IN un importante torneo estivo , tutti i posti in prima fila erano occupati da padrini della yakuza che milioni di giapponesi hanno potuto vedere in lunghi primi piani televisivi. Il messaggio doveva essere chiaro: i veri sponsor del sumo siamo noi.

Ma il marcio dello sport che è uscito solamente in questi anni, riguarda anche il passato. L’ex campione di sumo, Keisuke Itai, nel 2000 rivelò davanti a molti corrispondenti esteri che la maggior parte degli incontri tra il 1978 e il 1991 erano truccati. Nella stessa occasione Itai affermò di aver ricevuto 400 mila yen dal grande campione Akebono perché gli lasciasse vincere un incontro.

La Jsa gli inviò una blanda lettera in cui negava i fatti e invitava Itai a scusarsi. Il campione non lo fece e ribadì le sue accuse in un libro.

Nel 2007 il settimanale Shukan Gendai del gruppo editoriale Kodansha Ltd scrisse che il campione Asashoryu comprava facili vittorie pagando gli avversari. La Jsa fece causa per diffamazione e il gruppo Kodansha fu condannato a pagare 44 milioni di yen ( 440 mila euro) per non essere stato in grado di presentare delle prove sufficienti.

Un lottatore yokozuna (massimo livello) riceve uno stipendio mensile di 27 mila euro , un ozeki, un gradino più basso, 23 mila euro. E via discendendo in categorie più basse , dove non solo non è previsto lo stipendio , ma c’è anche l’obbligo di cucinare i pasti chanko ( la micidiale dieta ingrassante) per i colleghi delle categorie superiori ed accudirli in ogni circostanza nelle categorie dove vivono tutti assieme. Se all’interno di un torneo si ottengono più vittorie che sconfitte si passa alla categoria superiore. Se sono più sconfitte la retrocessione è inevitabile. Succede spesso che dal risultato di un solo ultimo incontro dipenda il destino di un lottatore. Allora è difficile resistere alla tentazione di comprarsi un incontro da un collega che non ha nulla da perdere da una sconfitta in più.

Molti chiedono che venga defenestrata l’intera classe dirigente e vengono squalificati a vita tutti i lottatori coinvolti negli scandali. Il primo ministro Naoto Kan si è recato in Parlamento per esprimere ufficialmente dolore e preoccupazione per il clamore degli scandali nel mondo sul sumo ed ha dichiarato che annullerà la Coppa del Primo MInistro destinata al vincitore di un torneo, in un gesto di sdegno e condanna.


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