A poche settimane dalle dichiarazioni di Rosy Bindi sulla presunta endemicità della camorra come dato costituivo della società napoletana, giunge una notizia che lascia spazio a dovute riflessioni sul caso.
Tutti i giornali stanno riportando proprio in queste ultime ore la notizia dell’arresto, avvenuto alle prime luci dell’alba, di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione Lombardia, ex sindaco di Arconate, ex senatore ed ex sottosegretario alle Infrastrutture sotto il governo Berlusconi, per corruzione, turbativa d’asta, concussione ed abuso d’ufficio.
L’operazione partita dalla procura di Milano e coordinata dal pm Giovanni Polizzi, ha portato a galla una torbida storia fatta di affari illeciti che avrebbe coinvolto numerosi esponenti della politica lombarda. Sono finiti in manette insieme all’ex segretario, anche il suo assistente Giacomo Di Capua e il dirigente del provveditorato opere pubbliche Angelo Bianchi, a questi si aggiungono altri 9 personaggi, per ora solo indagati, tra cui l’assessore regionale al Bilancio Massimo Garavaglia, noto per essere il collaboratore più intimo di Roberto Maroni.
L’inchiesta si è incentrata sulle sedi delle province di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, sedi istituzionali ed abitazioni private, colpendo dritto al cuore il nucleo del potere e degli affari della Regione Lombardia. Stando ai fatti, risulterebbe quantomeno lecito chiedersi quali saranno le posizioni del presidente della commissione antimafia in merito ai fatti accaduti e quali quelle del commissario antimafia Roberti che, a poche ore dalle discutibili affermazioni della Bindi, corse in sua difesa dichiarando che “La Camorra è parte di Napoli dall’Unità a oggi”.
Ci aspettiamo oggi, dai massimi esponenti della lotta alla mafia, la stessa durezza di intenti e il medesimo trattamento riservato alla città di Napoli, presa a vessillo di una realtà criminale che, come dimostrato dagli scandali Mose e dell’Expo, dai fatti di Mafia Cariminale e solo in ultimo dagli arresti di Milano, sembra appartenere piuttosto all’Italia intera che, di fronte al profitto, continua ad essere unita da Nord a Sud