A quanto pare Franco Fiorito "Er batman" -ex capogruppo del Pdl della Regione Lazio, arrestato nel 2012 con l'accusa di peculato- ha fatto scuola, sia su come appropriarsi indebitamente di soldi pubblici che su come spenderli: difficile dimenticare l'acquisto di una jeep giustificato dal "pericolo di neve" a Roma. La fantasia di certo, sembra non mancare neanche agli attuali consiglieri sotto inchiesta: si va da viaggi extra lusso, cene nei migliori ristoranti da duecento euro a persona, gioelli, abbonamenti in palestra, saune, banchetti per i funerali, gioielli, penne d'oro, lap dance, fino alle tasse sui rifiuti. Le ipotesi di reato al vaglio degli investigatori sono gravissime: peculato, truffa e concussione. Un'onta sul nostro paese che sembra impossibile da cancellare, ma che anzi continua ad espandersi.
Al momento le Regioni coinvolte dagli scandali delle "spese pazze" e sotto inchiesta da parte della magistratura sono ben 16 su 20 e politicamente sono coinvolti esponenti di tutti i partiti. In Piemonte -l'ultima regione colpita dallo scandalo- la temperatura è particolarmente incandescente. Sono 43 i consiglieri indagati, compreso lo stesso governatore leghista Roberto Cota che dovrà spiegare tra le altre cose ben 592 ricevute emesse, ma non attinenti al suo ruolo istituzionale, tra cui quelle relative a cinque cene diverse consumate nello stesso ristorante a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. In Emilia Romagna altra Regione raggiunta di recente dallo scandalo delle "spese folli" la situazione non è migliore: ristoranti di lusso, spese e rimborsi per qualsiasi cosa. Ne hanno usufruito indistintamente sia consiglieri di destra come quelli di sinistra. Coinvolto anche il dimissionario capogruppo del Pd Marco Monari, reo di aver infilato nel rimborso una spesa da 900 euro per un viaggio Napoli-Amalfi in limousine. In Sardegna sono 53 i consiglieri accusati di peculato. Avrebbero acquistato senza nessun freno, oltre ai classici oggetti di valore anche pecore e vitelli. Una bufera che coinvolge quasi la totalità delle nostre regioni e che riapre la discussione sull'annosa questione dei finanziamenti pubblici alla politica. Nel 2011 il totale dei fondi pubblici a disposizione dei consiglieri regionali sono stati ben 47 milioni di euro, un vero fiume di denaro.
Con la legge varata lo scorso anno dal Governo Monti, i rubinetti sono stati finalmente chiusi e nel 2013 i fondi sono scesi a 9 milioni. Ma per renderci realmente conto, se questi tagli porteranno dei benifici dovremmo ancora aspettare un anno: chi sedeva nei consigli regionali prima dell'inizio del 2013 ha potuto usufruire del vecchio fondo e i risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti.
Fonte: Il numero zero