Hanno una settimana di tempo esperti congolesi e ruandesi per portare a termine una missione complessa: la demarcazione di 200 chilometri di frontiera per risolvere l’annoso contenzioso tra Kinshasa e Kigali.
L’operazione in corso dall’inizio della settimana, e che dovrebbe concludersi il 30 agosto, consiste nel rinvenimento dei cippi di confine risalenti all’epoca coloniale, che sono stati danneggiati, spostati o sradicati, rendendo la linea di frontiera praticamente ‘invisibile’.
Muniti di bussole e moderne apparecchiature la squadra di esperti, partita da Goma, capoluogo del Nord Kivu, dovrà stabilire il limite fisico tra i due paesi e registrarlo su una mappa. Un’altra difficoltà concreta riguarda la molteplicità delle frontiere tra Congo e Rwanda: terrestre (tra Goma e Gisenyi), lacustre (lago Kivu) e fluviale (fiume Ruzizi).
Un’operazione molto tecnica che avrà una portata decisiva sia sul piano politico, economico che della sicurezza. I due governi rappresentati nella commissione permanente delle frontiere riconoscono nella mappa coloniale del 1911, elaborata da Belgio e Germania, rispettivi colonizzatori di Congo e Rwanda, il documento ufficiale che stabilisce il confine comune.
Nonostante un accordo di massima, negli ultimi anni si sono moltiplicati conflitti armati, incursioni militari ruandesi e tensioni tra i due esecutivi proprio per il contenzioso frontaliero. Mentre Kigali viene spesso accusato di ingerenza e di ambizioni territoriali nel paese vicino, Kinshasa fa difficoltà a imporre la propria autorità e sicurezza sul suo vasto territorio orientale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)