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Scavo archeologico di villa romana trasformato in Discarica

Creato il 25 febbraio 2014 da Vesuviolive

pozzuoli

Nel cuore di Monteruscello, a Pozzuoli, giace sotto cumuli di erbacce e spazzatura un’antichissima villa romana oramai completamente abbandonata da più di trent’anni. E pensare che quando fu scoperta negli anni’80, durante la costruzione del quartiere, gli addetti ai lavori, le soprintendenze e gli intellettuali gridarono al miracolo. Una villa di epoca romana in perfetto stato di conservazione, trovata per caso. Una miniera artistica da sfruttare che però, incomprensibilmente, è stata trasformata in discarica a cielo aperto.

Uno scempio. Camminando negli scavi e tra la spazzatura sono ancora ben visibili le stanze, gli affreschi e perfino i mosaici che arricchivano i pavimenti, e di fronte ad un tale stato di abbandono il cuore sembra riempirsi di angoscia.

Un patrimonio sciupato, una miniera artistica ed economica lasciata all’incuria e alla noncuranza. Di quella fantastica villa romana oggi restano solo sbiadite sembianze, quell’enorme scavo è diventato una specie di campo abbandonato ottimo per sversare rifiuti abusivi.

Nessuno sembra più farci caso, perché ad un certo punto gli occhi finiscono con l’abituarsi alla sporcizia e al degrado e sembrano non essere più in grado di vedere oltre, nemmeno il potenziale che ci si nasconde sotto.

Di recente alcune persone della zona hanno perfino notato strani movimenti attorno ai ruderi. C’è chi ha preso a cuore la situazione, scrivendo lettere e sollecitando le forze dell’ordine al fine di arginare il problema, ma per adesso niente sembra cambiare. Cresce la paura infatti, sulla possibile depauperazione da parte di cacciatori di frodo delle bellezze artistiche della Villa.

Non sarebbe la prima volta, infatti, che siti archeologici sono stati completamente spogliati per arricchire le case dei collezionisti d’arte. Per adesso però non vi sono ancora certezze a riguardo. Noi di Vesuviolive proveremo a seguire gli sviluppi di questa incresciosa situazione.


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