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Scelta sbagliata

Creato il 10 febbraio 2015 da Redatagli
Fondazione Scelta Civica

Chissà se, ai tempi della Bocconi, quando era meno noto ma senz’altro più rispettato, il potente commissario che ha messo i bastoni tra le ruote a Bill Gates e bloccato fusioni tra multinazionali che, assieme, avrebbero raggiunto verosimilmente il PIL dell’Angola si sarebbe mai immaginato di leggere titoli così mortificanti. 
Chissà se, ai tempi della Bocconi, gli è mai capitato che parte dei suoi studenti - magari i più brillanti - presentassero richiesta di cambio corso, e lui si fosse improvvisamente trovato a tener lezione in un’aula vuota.

Per la precisione:

  • la Margherita-PD-Api-SC Linda Lanzillotta;
  • il Margherita-PD-SC Gianluca Susta;
  • la PD-Italia Futura-SC Irene Tinagli;
  • la Signora Borletti Buitoni, 710mila euro a SC che gridano ancora vendetta;
  • l’Italia Futura-SC Carlo Calenda;
  • il Pci-Pds-Ds-PD-SC Alessandro Maran;
  • il Pci-PD-SC Pietro Ichino
  • la professoressa Giannini.

Sono otto i parlamentari trasferitisi dal partito di Monti a al PD di Renzi. Otto più uno: il radicale-PdL-Fli-SC Benedetto Della Vedova ha avuto il tatto di aspettare lo svolgimento del congresso, dopodiché si tufferà nel gruppo misto.

Congresso SC

Al Congresso del partito dato allo 0,2% regnava un clima infuocato. Enrico Zanetti, eletto quasi all’unanimità segretario dai 217 (ducentodiciassette) votanti, mostra subito i pugni: non siamo fessi, Renzi non ha rispetto per gli alleati, saremo meno disponibili al sacrificio, e molte altre invettive che suonavano come “guarda che l’Italicum non te lo votiamo”. 

Il sottosegretario (all’economia) e neo-segretario Zanetti alza la voce e compatta i suoi: altre fuoriuscite sarebbero letali.
Seguono vari interventi di delegati e di rappresentanti di partiti vicini e non (Quagliarello per l’NCD, Polverini per FI, Passera per Passera, ma anche esponenti dei radicali, di SEL e del PD): applausi, ringraziamenti a Monti e qualche frase sul futuro, tempo verbale che - al pari di passato e presente - si addice poco a Scelta Civica.

A due anni dalla fondazione, il partito del Professore, quello dell’Agenda, quello dei compiti a casa, quello che da Presidente del consiglio mostrava insofferenza al solo udire parole come “consenso” e “elettorato”, lui che era lontano anni luce da queste logiche meschine; quello che ci ha promesso lacrime e sangue - ma sempre mantenendo un certo aplomb, perché il Professore non piange, non ride, non suda; quello che ti immaginavi già al Quirinale, superiore e super partes, a dispensare consigli alla massa informe di politicanti; a due anni da quella maledetta Scelta sbagliata, il partito del Professore si dissolve.

Due anni di insuccessi elettorali e di irrilevanza. Certo, qualcosa di buono l’ha fatto: l’alleanza con Casini e l’erede di Almirante, Gianfranco Fini, che ha avuto l’effetto di spazzare via il partito del primo e sotterrare il secondo, costretto ora a rimuginare sul proprio fallimento politico e a distribuire consigli non richiesti.
Il professore diventato “tecnico” e trasformatosi in politico ha fallito: ora non gli resta che alimentare il mito dell’indispensabilità del proprio operato, con la speranza di ritagliarsi un posticino nella Storia, magari in un paragrafetto a margine del capitolo su Berlusconi.

Francesco Cottafavi
@FCPCottafavi

Scelta sbagliata
 

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