Che lo si chiami cimitero, camposanto, villaggio della memoria o chissà quale altro appellativo la fervida fantasia dei nostri politici partorirà in futuro, il luogo di cui parlo è e deve essere un posto sacro, sia per chi è cristiano e lo reputa luogo di riposo per il corpo sia per chi, non credente, vi ripone la memoria dei propri cari defunti. Per questo quello che è accaduto stamane è un fatto inaudito e inaccettabile per un paese civile e una città che si fa un vanto della sua civiltà. La profanazione di una tomba è un gesto inumano, ripugnante e folle, e solo un folle o un essere disumano può compiere questo gesto. Le coscienze dovrebbero insorgere di fronte a tale scempio e dovrebbero ancor più quando ad essere profanato è il sepolcro di un uomo che integerrimo ha servito lo Stato e questa città per anni, un uomo che è stato e forse sarà per sempre Il Maresciallo per eccellenza: Francesco Puggioni.
E’ la terza volta che la tomba del compianto comandante della locale Stazione dei Carabinieri viene oltraggiata da un vandalo, un pazzo, un qualcuno che forse ha un risentimento antico e a cui la mente forse malata non consente di dimenticare. E’ la terza volta che i familiari del militare che ha tanto fatto e dato a Montegranaro debbono subire il dolore di un tale scempio, di una tale mancanza di rispetto, di una tale violenza senza che vi si ponga rimedio immediato, nonostante le denunce prima riservate e poi sempre più pressanti. Nulla è stato fatto.
Stamattina, in pieno giorno, la tomba del Maresciallo Puggioni è stata violentata, la foto sbriciolata, la lapide violata e con essa la memoria e il rispetto. In pieno giorno, ripeto, e nessuno ha sentito o visto nulla. Nessuno, forse per fortuna, è stato testimone di questa violenza. Dico per fortuna perché un uomo capace di tanto chissà cosa farebbe ad una persona anziana, una donna o chiunque magari più debole di lui incappasse nel suo abietto operato.
Il cimitero di Montegranaro si dimostra luogo insicuro e forse pericoloso. Le autorità lo sanno ma nulla hanno fatto fin’ora. Forse basterebbero delle telecamere di sorveglianza. Forse sarebbe sufficiente una maggiore attenzione da parte di chi ha in carico la custodia del luogo sacro. Forse, azzardo, la testimonianza di qualcuno che ha sentito o visto qualcosa potrebbe essere d’aiuto. Ma chi dovrebbe garantire la sicurezza si trincera dietro alla difficoltà data dalla legge sulla riservatezza personale di porre un sistema di sorveglianza adeguato ad un luogo pubblico in cui troppo facilmente un malintenzionato può agire. Ed eventuali testimoni, come troppo spesso accade anche dalle nostre parti, preferiscono vivere e lasciar vivere.
Credo sia ora di fare luce sulla questione. Credo sia il momento di effettuare una indagine approfondita per capire chi è l’autore di questo gesto reiterato. Credo che sia anche il momento di dare ai cittadini la sicurezza di muoversi nel nostro cimitero senza pericoli e di non vedere le tombe dei nostri cari profanate in maniera così ignobile ma anche più lieve, come è capitato alla tomba di mio padre dove è stato rubato un insignificante portavasi. Qualche telecamera costa poco di fronte alla sicurezza. La legge sulla privacy lo consente. La tranquillità dei cittadini lo richiede.
La famiglia del Maresciallo Puggioni ha il diritto di vedere fermato questo scempio. Ma questo è un diritto di tutta la città di Montegranaro perché anche io, come cittadino, mi sento offeso da questi fatti, sia perché potrebbero capitare a chiunque sia perché il Maresciallo Francesco Puggioni non è chiunque ma è un uomo a cui tutta Montegranaro dovrebbe un minimo di gratitudine.
Luca Craia