Scene da un matrimonio

Creato il 23 aprile 2012 da Laibi
L'unico business che non conosce crisi? Ma il settore dei matrimoni, naturalmente. Le più svariate commedie sentimentali, i più bei film d'amore e le favole più antiche di tutti i tempi ce lo insegnano: non c'è vero happy ending senza tripudio di confetti e fiori d'arancio. D'altronde Biancaneve mica è saltata in sella al cavallo assieme al suo cavaliere per andare a convivere in un monolocale in centro... tanto valeva rimanere con i suoi sette piccoli zii putativi, commercianti di diamanti e possessori di villettina in campagna!
Eppure, care le mie sognatrici in attesa del principe azzurro, sposarsi costa, e anche tanto: e se è vero che si possono operare tagli sostanziosi a cerimonia e invitati (per la serie "famose du' spaghi e la zia Concetta la lasciamo a casa, che tanto c'ha l'artrite") lo stesso non si può dire per l'abito, croce e delizia di ogni sposina degna di questo nome.
E proprio a sposine (giustamente) parsimoniose ha rivolto l'attenzione il team creativo di Topshop, mecca fashion in quel di Londra, oggi marchio internazionale e veicolo dei più recenti trend in tutto il mondo. La notizia è stata data via Twitter e ha scatenato l'attenzione e la curiosità di fashion addicted e future sposine : a giugno verrà lanciata la nuovissima  bridal capsule collection di Richard Nicoll, talentuoso diplomato della St Martin School (per intenderci, la scuola d'arte che ha visto emergere talenti del calibro di Alexander Mc Queen, Gareth Pugh e Stella Mc Cartney, mica i primi stracciaroli), un tempo collaboratore di Marc Jacobs per Louis Vuitton, oggi stilista di un marchio che porta il suo nome. Avete letto bene: bridal, per spose, si, per tutte quelle che hanno accalappiato il proprio mister Big e sono pronte a tutto pur di trascinarlo sull'altare.
La collezione ha suscitato commenti positivi e perplessità da parte degli addetti ai lavori: può funzionare una collezione low cost per spose? Dove va a finire il concetto di unicità dell'agognato e sognato abito da sposa? E la cura per i dettagli? La preziosità dei materiali? D'altro canto, va anche osservato come il settore dell'abbigliamento per cerimonia è forse l'unico che non ha beneficiato ancora del vantaggio competitivo dell'ingresso dei colossi del fast fashion nel mercato (tradotto: necessità di vendere un rene  al mercato nero pari a zero). Una bella scommessa per il marchio Topshop, che vede fattibile la possibilità di allargare la propria offerta commerciale, e per lo stilista, impegnato in un settore del fashion system non proprio facilissimo: diciamo che la minaccia dell'effetto nuvola è proprio dietro l'angolo.
Va anche detto che Nicoll non è nuovo a questo genere di abiti. Vogue UK ha infatti pubblicato un paio di foto di abiti da sposa disegnati dallo stilista per due sue amiche, una sorta di rassicurazione preventiva per tutte le interessate:

discutibile l'abito da sposa a destra, essenziale ed elegante quello a sinistra (via Vogue.co.uk)


A questo vanno aggiunte le indiscrezioni trapelate dal web che, pur non offrendo immagini rubate dal photoshoot, assicurano sulle intenzioni di offrire "un'alternativa moderna alla cultura della meringa",un principio comune all'azienda e allo stilista. Astenersi amanti dei vestiti caramellosi e principeschi.
Ma il vestito è solo il primo di una serie di dubbi amletici che affliggono i novelli sposi. E trovare futuri coniugi disposti a spendere per il giorno più bello della loro vita è sempre più raro.
Certo, perchè se è vero che, almeno in Italia, il numero dei matrimoni è in calo, soprattutto i riti religiosi, a favore invece di riti civili e seconde nozze, è anche vero che le cifre del settore sono nettamente in rialzo, dal 2 al 5% almeno stando ai dati Federconsumatori del 2011. Ad oggi un matrimonio in stile classico, con cerimonia, ricevimento e parenti in lacrime costa dai 33 ai 56.000 euro, per un giro d'affari in tutta Italia di oltre 10 miliardi. Un pò meno se si sceglie una formula low-cost, puntando sulla qualità ma effettuando drastici tagli sugli invitati. E se si ripiega sulla festa intima, nulla viene risparmiato per l'abito da sposa: le italiane non sembrano proprio rinunciarci, al punto da raggiungere cifre che vanno dai 3.500 ai 7.300 euro, tra abito e accessori. Questo e altro per essere bellissime nel grande giorno. Arrivando anche a chiedere prestiti, come circa il 2% delle coppie che, rivolgendosi ad istituti di credito, adducono come motivazioni le spese matrimoniali.
Due cuori e una capanna resta il miglior augurio che si possa fare a due novelli sposi: ma se la capanna è in un resort polinesiano a cinque stelle, dove la coppia felice è fuggita per il viaggio di nozze, forse è anche meglio.

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