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Schede sim contraffatte Miccoli indagato

Creato il 14 maggio 2013 da Mbrignolo

miccoliNOTIZIE (Palermo). Per Fabrizio Miccoli non è proprio un periodo “roseo”: il rosa, che insieme al nero è il colore del suo Palermo, si è sbiadito con la retrocessione in B dopo dieci stagioni della ciurma di patron Zamparini. Ma a turbare il sonno dell’attaccante salentino ora ci si è messa la procura palermitana: il procuratore Leonardo Agueci lo ha infatti iscritto nel registro degli indagati insieme ad un palermitano (incensurato), gestore di un negozio di telefonia. L’accusa è di abuso informatico: il calciatore si sarebbe fatto intestare 4 SIM dall’amico commerciante a degli sconosciuti.

Ma andiamo con ordine. Quattro malcapitati si sono visti convocare dalla Procura per vedersi rivolgere una domanda quanto mai strana. “Conoscete Fabrizio Miccoli?”. La risposta, più o meno unanime, è stata questa. “Chi non lo conosce, è il capitano del Palermo”. La particolarità però, è che nessuno dei quattro conosce Miccoli personalmente. Da qui la Procura ha deciso di vederci chiaro: il capitano rosanero infatti utilizzava regolarmente queste utenze. Perché la Procura si è insospettita? Una delle quattro sim, veniva usata da Mauro Lauricella, figlio di Antonino Lauricella, detto “u Scintilluni”, il boss mafioso della Kalsa arrestato l’anno scorso. Quest’ultimo aspetto dice poco: Lauricella Junior è incensurato, e la sua amicizia con Miccoli è storia nota da tempo nel capoluogo siciliano.

Ma è proprio tenendo la lente su dei giri di soldi di persone vicine sia al figlio del boss che all’attaccante, la Procura si è imbattuta in questo caso di schede contraffatte. Secondo la ricostruzione del centro operativo Dia di Palermo, il capitano rosanero avrebbe chiesto al dealer di fargli avere quattro telefonini “puliti”: il commerciante avrebbe esaudito la richiesta intestando le schede ad alcuni suoi clienti. Adesso Fabrizio Miccoli dovrà spiegare ai giudici i diversi “perché” di questa faccenda che proprio limpida non è.


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