Magazine Economia
Le banche americane hanno contribuito in modo determinante all’esplosione della bolla subprime, che ha scatenato la crisi internazionale e la conseguente crescita esponenziale dei debiti pubblici in tutto il mondo. E ora sono gli stessi istituti di credito che stanno “aiutando” gli enti pubblici degli Stati Uniti a ridurre le proprie esposizione debitorie. In che modo? Guadagnandoci, ovviamente.
L’agenzia Bloomberg riferisce come, ad esempio, Bank of America – proprietaria della società più attiva sul fronte dei mutui subprime, la Countrywide Financial Corp. – ha incassato 2,9 milioni di dollari tra interessi e commissioni per una linea di credito concessa allo Stato dell’Arizona. Morgan Stanley, che lo scorso mese è stata multata dal Massachusetts per 102 milioni proprio per aver infranto la legge sui prestiti immobiliari, ha incassato 579 mila dollari in commissioni per aver aiutato l’amministrazione dello Stato a spalmare il deficit sui bilanci dei prossimi anni, con un’emissione di bond da 120 milioni di dollari. Ancora, Wachovia Bank e la stessa BofA hanno “aiutato” l’Illinois a gestire il “rosso” nel proprio bilancio, nonostante due partner proprio di Wachovia – Wells Fargo e Countrywide – siano stati sanzionati sempre nell’ambito della vicenda-subprime.
Una situazione che se dal punto di vista formale può essere considerata lineare, da quello sostanziale non può che suscitare forti perplessità. E i business per gli istituti di credito non si fermeranno nel prossimo futuro: basti pensare che anche altri Stati (a cominciare dal New Jersey e dal New Hampshire) versano in condizioni difficilmente sostenibili dal punto di vista finanziario. E che, complessivamente, le amministrazioni locali americane hanno totalizzato 92 miliardi di dollari di debiti dal 1 gennaio del 2009 ad oggi.
Dott Fabio Troglia
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