foto Augusto Bizzi
Li avevamo e le avevamo lasciati circa un mese fa, al PalaRuffini di Torino ed al termine degli Assoluti. In primis i fiorettisti e le fiorettiste d’Italia che erano già stati nello scorso novembre sulle stesse scene per il Grand Prix di Coppa del Mondo di specialità. Ieri hanno inorgoglito per l’ennesima volta l’Italia intera centrando a Mosca, in casa dell’ormai “nemico” conclamato, la prepotente Russia, due ori a squadre a conclusione dei Mondiali. Fioretto maschile e femminile, gioie nostrane che avevano, salvo il bronzo di Arianna Errigo, steccato nelle prove individuali. Torneranno proprio a Torino, ancora in novembre, per una delle tappe fondamentali verso la qualificazione a Rio2016, altro Grand Prix FIE di Coppa del Mondo. Riviviamo nelle dichiarazioni di alcuni dei protagonisti la grande giornata di ieri pensando che Torino in qualche modo ne ha lanciato la stagione, l’ha cullata e ne rilancerà quella determinante per i Giochi brasiliani, tra qualche mese.
Caratteri diversi obiettivo comune, vincere. Nel rispetto delle parti Elisa Di Francisca, una delle più esplosive del lotto dentro e fuori pedana, così ha commentato, saltellando di gusto e scherzando, l’oro mondiale a squadre di Mosca: “Il nostro segreto è nell’inno, il grido di battaglia ogni volta nuovo che studiamo prima dei grandi eventi. Comporta impegno, rispetto dei ruoli…e Valentina spesso non va a tempo, allenamento, forse anche più dispendioso rispetto a quello che dobbiamo profondere per salire in pedana. Una grande medaglia – ha proseguito – voluta da tutte noi, che ripaga degli sforzi effettuati in stagione. La qualificazione olimpica, terribile e logorante, ci costringe ad essere avversarie ancora più agguerrite nelle gare individuali, ma quando si tratta di competere per una causa comune ci ritroviamo”.
La senatrice del gruppo e Onorevole di fatto, Valentina Vezzali, era al suo passo d’addio mondiale. Quando è scesa in pedana per la prima volta in giornata le luci l’hanno anche salutata, abbassandosi, come è doveroso fare con i miti dello sport, omaggiandoli: “Non me ne sono neppure accorta – ha commentato – per la concentrazione sulla gara e l’importanza della posta in palio. Sono contenta di far parte di questo gruppo che ancora una volta ha dimostrato il proprio valore. Negli ultimi due assalti non ho tirato ma ho gioito con le mie compagne che sono state fantastiche. Fa parte della vita, dei cicli che presenta. Tutto ha un inizio ed una fine, va benissimo così. Ora voglio staccare un attimo e vivere le prossime giornate in famiglia, portare questa nuova medaglia d’oro ai miei figli. Ogni medaglia, ogni mondiale vinto è un’emozione particolare”.
Dell’oro maschile il primo a parlare è il Commissario Tecnico del fioretto, Andrea Cipressa: “Gruppo fantastico che soprattutto nelle difficoltà riesce a dare il massimo. Questi successi non solo ripagano i grandi sacrifici, ma soprattutto riscattano le prove individuali opache e, nel caso dei maschi, quella offerta a squadre agli Europei di Montreux. Ipotechiamo la qualificazione a Rio2016 ma, e adesso lo sappiamo bene, per rimanere ai vertici serve dare il massimo, non abbassare la guardia e non sentirsi mai appagati”.
Immensa la soddisfazione di Andrea Baldini: “Ero partito dall’Italia con l’idea fissa di fare quello che ho fatto – ha dichiarato ancora fresco di stoccate decisive – e sono riuscito nel mio intento. Una gioia grandissima che dedico a me stesso e a tutti i miei compagni. Nessuna polemica per l’esclusione dalla prova individuale. Sia io che Giorgio Avola, che Andrea Cassarà e Daniele Garozzo, abbiamo dato il massimo per la causa comune e siamo stati premiati. Possono cambiare i nomi dei componenti il gruppo ma il risultato fondamentalmente rimane invariato. L’Italia del fioretto rimane un colosso, grazie alle sue scuole, ai suoi maestri, a noi atleti. Per il sottoscritto una medaglia che ha valore doppio e rappresenta una grande iniezione di fiducia in ottica 2015/2016. Cercherò di dare tutto e tornare ai livelli del passato. Oggi l’ho fatto e nel momento decisivo. Un oro da ricordare per l’intero nostro movimento”.