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Scherma: Elisa Di Francisca e la forza del cuore

Creato il 27 novembre 2015 da Sportduepuntozero

”Il segreto della vita sta nel cuore”. Parola di Elisa Di Francisca, plurititolata fiorettista azzurra pronta a vivere un week-end tutto torinese con il Grand Prix FIE, prima tappa di Coppa del Mondo stagionale con punteggio maggiorato che scatterà questa mattina con gli assalti dei gironi alla Sisport : “A Torino vengo sempre volentieri perché il PalaRuffini è un bellissimo palazzetto ed il pubblico ci ha sempre seguito ed accolto con calore. Conosce la scherma, partecipa e in tal senso ci elettrizza. Sono e siamo pronte a recitare la nostra parte, consapevoli dell’importanza della posta in palio in chiave qualificazione Rio 2016 e ranking”.

In testa al ranking FIE
Attualmente in testa nel ranking internazionale di specialità, davanti all’amica-rivale Arianna Errigo, Elisa arriva a Torino con due podi già conquistati in stagione in Coppa del Mondo, a Cancun e St-Maur. Quali le principali avversarie?: “Direi le solite, tutte a caccia di punti in prospettiva olimpica. Ma l’avversaria più dura da battere sei sempre tu, in pedana chiamata a confrontarti con i tuoi limiti, le tue ansie e paure. Ogni gara è veramente una storia a sé. Ci sono giornate in cui tutto risulta facile, altre nelle quali è esattamente il contrario. Nonostante l’esperienza questo non cambia”.

Lo stato di forma
In che stato di forma arriva Elisa Di Francisca alla prova Grand Prix di Torino?: “Al termine della scorsa stagione ho “staccato” andando in vacanza per un po’. Bellissimo il periodo trascorso alle Eolie, con un mare incantevole e assaporando le delizie locali. Ci voleva. Ho poi ripreso gli allenamenti e sto lavorando molto, cinque ore al giorno tra pedana e atletica. Non posso dire di essere al top anche perché sarebbe sbagliato esserlo ora, ma cercherò di dare il massimo, come sempre”. Quali i suoi ricordi più belli delle imprese torinesi, che l’hanno vista due volte terza e due volte seconda in Coppa del Mondo?: “Sicuramente i podi ma anche il titolo italiano assoluto conquistato lo scorso anno. Ha rappresentato la conclusione di un filotto perfetto con tre successi in Coppa e quello ai Campionati Europei. Una dimostrazione di costanza di rendimento che non avevo mai dato prima”.

Un pensiero a Rio
Voliamo con la mente a Rio. La conosce ed è già stata in Brasile?: “Non la conosco, sarà la prima volta. Potrebbe essere una terra a me congeniale. Magari ci rimarrò – scherza la 33enne jesina che entrerà in gara domani nel tabellone di diretta – perché amici che me l’hanno descritta mi hanno fatto venire ancora più voglia di vederla. I brasiliani sanno divertirsi con poco ed esaltare le loro bellezze. Vivono con il gusto del divertimento ed è quello che piace anche a me. Senza divertirsi nulla avrebbe senso, neppure le scherma”.

Ha iniziato a far sul serio tardi. Questo aiuta ad essere più longevi sportivamente parlando?: “Forse, certo è che fino a quando proverò gusto nel fare quello che faccio continuerò su questa strada. Valuterò il da farsi man mano che le situazioni dovranno essere affrontate. Non amo programmare troppo, soprattutto nella vita anche perché la mia giornata classica è già cadenzata da orari, spostamenti, regole”.

Arriva dalla danza classica
Se non avesse fatto la schermitrice?: “Da bambina facevo danza classica. Mi piaceva ma non si addiceva molto alle mie caratteristiche. Troppa la disciplina richiesta, anche se il ballo mi è rimasto dell’animo. Forse sarei potuta diventare una circense!”. Si definisca come fiorettista: “Imprevedibile, amo improvvisare, costruire, sorprendere. Direi dunque istrionica e combattiva, sempre disposta a dare il cuore per la causa. Questo anche nella vita, altrimenti nulla avrebbe senso”. Lei appartiene a quella categoria di persone che dice ciò che pensa. Ritiene che ciò l’abbia aiutata oppure no?: “Alla lunga paga. Dico e faccio quello che penso e spero anche per questo di essere apprezzata”.

Gli apici e i momenti no di carriera
Le più belle soddisfazioni di carriera?: “Senza dubbio il successo olimpico individuale a Londra 2012, il primo mondiale vinto a Parigi nel 2010 ed il primo titolo italiano giovanile, quando facevo la seconda media. C’era ancora il mio maestro Triccoli, all’angolo. Alla fine mi fece i complimenti e mi disse…e domani si ricomincia con gli allenamenti. Un vero maestro di vita”.

E i momenti più brutti?: “Non ne ricordo di particolari, anche se le sconfitte ci sono state eccome. Dalle stesse ho però sempre cercato di trarre insegnamenti, imparare”. Come vorrebbe essere etichettata tra le fiorettiste del circuito?: “Per il cuore, il coraggio, la capacità di essere creativa e volitiva. Anche per il fatto di essere una persona buona, amorevole e rispettosa delle avversarie. In sintesi una che sa vincere con eleganza”.

La politica
Si dedicherebbe alla politica?: “La vedo come una cosa lontana dalla sottoscritta e ad oggi non ci ho mai pensato. Non posso inoltre dire di essere un’esperta di settore e a pelle non mi fa impazzire. Quando non sono in pedana penso ai miei cari, alla famiglia innanzitutto”. I suoi campioni preferiti?: “Ho ammirato e ammiro oggi come eccelsa maestra, la mia maestra, Giovanna Trillini. Ricordo la sua grande vittoria a Barcellona, nel 1992, con tanto di tutore. Un’impresa epica. Mi è sempre piaciuto molto Mohamed Alì”. Meglio un libro o una vacanza per rilassarsi?: “Un libro in vacanza, tanto tiene poco posto in valigia”.

Privilegi e sacrifici
Pensa di essere una privilegiata?: “Faccio la cosa che amo e per questo sì. Per arrivare dove sono ora, soprattutto per metabolizzare il cambiamento che mi ha portata ad esserlo, i sacrifici sono stati molti e devono essere conteggiati nel bilancio di vita e carriera”. Il paese o la città che l’ha colpita più positivamente?: “Buenos Aires, dove ho gareggiato. Mi è piaciuta molto, anche per le similitudini con l’Italia”.

Gli ultimi accadimenti a Parigi
Come ha vissuto i tragici fatti di Parigi degli ultimi giorni?: “Non nego di aver pianto quando ho sentito la notizia per la prima volta. Oggi è capitato a loro, domani potrebbe capitare a noi. Non bisogna però chiudersi e isolarsi, bensì usare maggiormente le parole e l’amore. Forse basterebbero queste due “piccole” cose per risolvere tanti problemi”. Superstiziosa oppure no?: “Attaccata ad alcuni oggetti, come alcune magliette o un anello che mi ha regalato mio padre, ma senza assilli. Non si può essere schiavi dei dettagli, meglio anche in questo caso aprire la mente”. Da domani, le sue, saranno ancora una volta stoccate di classe, al PalaRuffini.


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