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SCHERMA - Mondiali a Catania: Montano e Vezzali, l'ORO c'erano...

Creato il 12 ottobre 2011 da Andreakur
Giornata magica quella di ieri, vissuta in un Palaghiaccio di Catania che ha sostenuto, con le sue duemila presenze, le memorabili gesta azzurre. Davanti agli occhi entusiasti del Presidente del CONI, Giovanni Petrucci che ha dichiarato “sono fiero di questo sport”, Aldo Montano e Valentina Vezzali hanno vinto il titolo mondiale, dominando ed entusiasmando. Proprio i due ai quali l'ultimo Campionato del Mondo in Italia, a Torino nel 2006, evoca brutti ricordi: il grave infortunio per il primo e la sconfitta in finale contro Margherita Granbassi per la seconda.
Ma gli applausi del Palaghiaccio sono andati anche ad Elisa Di Francisca, che sale sul gradino numero 2 del podio, e Gigi Tarantino, che conquista il bronzo in quello che ha dichiarato essere il suo ultimo Mondiale. Le emozioni si sono susseguite, una dopo l'altra, tra la gara di fioretto femminile e quella di sciabola maschile.
Emozioni quando, dopo aver vinto 15-3 il primo assalto contro la britannica Troiano, 15-5 il turno dei 32 contro la coreana Jung e 15-8 contro la Golubitsky, Valentina Vezzali affronta l'assalto valido come quarto di finale contro la francese Maitrejean. Mancano solo 38 secondi alla fine del match e “Nostra Signora del Fioretto” è sotto 11-7. In pochi credono ad una rimonta, anzi forse nessuno. “Ammetto che non ci credevo nemmeno io” dirà subito dopo aver compiuto l'impresa di mettere a segno la quinta stoccata consecutiva, valida per il definitivo 12-11 che arriva al minuto supplementare. Da lì in poi torna la Vezzali, pluricampionessa olimpica, che tutti conoscono. Supera 15-10 in semifinale la statunitense Kiefer, più giovane di lei di ben 20 anni ed affronta Elisa Di Francisca in finale, dando la sensazione di non voler lasciare nulla al caso. Meticolosa, attenta e precisa, Valentina Vezzali supera la concittadina e campionessa del Mondo 2010, oltre che campionessa d'Europa 2011, col punteggio di 14-7. Urlo, gioia, passerella sotto le tribune ed applausi delineano il quadro di un'impresa: mai nessun atleta, infatti, aveva vinto prima di oggi sei Campionati del Mondo di scherma.
“Non mi nascondo: oggi volevo vincere e ho vinto", ha detto a fine gara la Vezzali, "ho ritrovato me stessa, quella grinta e quella concentrazione che oggi mi hanno permesso di salire sul podio. La serenità interiore è il vero segreto. Quando stai bene con te stessa è come se tutto il mondo contribuisse al tuo benessere. Quando invece c'è qualcosa che non ti fa stare bene con te, allora va tutto male”.
Elisa Di Francisca, al suo fianco sul podio, sorride.“E' comunque una medaglia d'argento e vale tanto", ha dichiarato la campionessa d'Italia e d'Europa, "contro Valentina è sempre difficile. Oggi non c'ho capito proprio niente!”.
Comunque, per la jesina arriva però la matematica vittoria della Coppa del Mondo di categoria, alla luce del secondo posto in questo Campionato Mondiale.
Passiamo ai maschietti. Protagonista assoluto è stato Aldo Montano. Il suo salto di gioia non lo si vedeva da Atene 2004. Al Palaghiaccio è avvenuto due volte: al termine della semifinale contro il coreano Gu, il terzo affrontato e superato, e poi dopo la finale vinta per 15-13 contro il temutissimo tedesco Nicolas Limbach.
Prestazione strepitosa quella di Montano che dimostra come “quando voi - dice rivolgendosi ai giornalisti in zona mista - mi davate per finito, sbagliavate!”. E dire che, alla vigilia, l'infiammazione fastidiosa al tendine peroneo della caviglia sinistra sembrava compromettere la prestazione dello schermidore più atteso dal pubblico. Invece, Aldo ha smentito tutti, anche il padre “che - ha confessato il neo campione del Mondo - non è venuto in Sicilia perchè non credeva nelle mie possibilità”. Che Montano fosse in forma lo hanno dimostrato già i primi assalti di giornata: 15-6 all'esordio contro il turco Firat e 15-8 contro il coreano Oh. Poi, nel tabellone dei 16, la vittoria contro il canadese Beaudry per 15-6. Ai quarti ancora un coreano: il numero 1 del tabellone, il coreano Won. Montano segna un parziale di 10-1, poi subisce il recupero dell'orientale, ma il distacco è tanto e tale da poter chiudere la contesa col definitivo 15-8. In semifinale il pericolo è ancora giallo: Bon Gil Gu. Qui arriva la vittoria per 15-12 e poi la finale per 15-13, con il coro “Al-Do, Al-Do” scandito a gran voce dal tifo del Palaghiacchio catanese. Ad attenderlo infine, solo il gradino più alto del podio e l'inno di Mameli sul quale scappano le prime lacrime che, via via diventano un pianto che regala l'ennesima emozione. A porgergli la spalla per nascondere le lacrime, è Gigi Tarantino, al suo fianco sul podio, ma con al collo una medaglia color bronzo. “Speriamo che Aldo pianga anche dopo la prova a squadre...così poi piangiamo tutti” scherza il napoletano riferendosi al prossimo obiettivo della sciabola azzurra.
Tarantino è stato l'altro protagonista di giornata. In quello che lui stesso ha detto essere l'ultimo Mondiale, sale in pedana “affamato”. Lo si intuisce dall'esordio, quando regola per 15-3 il colombiano Gonzalez. Poi è la volta del cinese Zhong, superato 15-10 e, successivamente, del russo Kovalev sconfitto 15-8. Ai quarti affronta il bielorusso Lapkes, eliminato col punteggio di 15-7. La semifinale lo vede sfidare il tedesco Limbach. Tarantino lotta, va sotto e poi recupera sino a portarsi al 12-8 in suo vantaggio. Poi “l'arbitro ci ha forse messo del suo” come dirà lui stesso a fine gara. 15-12 e medaglia di bronzo, ma soprattutto applausi e “chapeau” ad un interprete straordinario della sciabola italiana.

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