foto Federica Bramardo
L’autoscatto finale con tutti i protagonisti è l’immagine che meglio descrive lo spirito di TaurHEMAchia, manifestazione di HEMA (Historical European Martial Arts) che nel fine settimana ha riportato a Torino combattimenti dal sapore antico. È stata una gara a tutti gli effetti, con gironi eliminatori, dirette verso la finale e premiazione conclusiva; ma soprattutto è stato un bel momento di incontro per 80 appassionati, provenienti da tutta Italia, dalla Francia e dalla Slovacchia. Un modo per condividere le proprie conoscenze e confrontarsi con gli atleti di altre scuole. La competizione è stato un elemento importante della due giorni, ma mai a discapito della correttezza; nella scherma storica i duellanti dichiarano i colpi subiti, le decisioni dei giudici, allenati e preparati all’arbitraggio, sono sempre rispettate e la loro buona fede non è mai in discussione.
I partecipanti si sono misurati su tre diverse specialità: spada lunga (categorie open e principianti), spada e brocchiero (categorie open e femminile) e messer, o langes messer, termine tedesco che significa lungo coltello e che identifica un’arma popolare della Germania del 1400. A spiegarcelo è Jacopo Penso, tra i fondatori e istruttore de La Sala delle Armi, società organizzatrice di TaurHEMAchia per il secondo anno di fila. Nonostante l’imminente finale del torneo di spada lunga cui si è qualificato, Jacopo ci fa scoprire alcuni aspetti dell’HEMA: “i punti si assegnano quando un concorrente viene colpito o esce dalle linee del campo” spiega, “ma non è sufficiente toccare l’avversario, bisogna colpirlo con una certa forza. Uno degli obiettivi del nostro sport è preservare il realismo, simulando il più possibile i reali combattimenti medievali e rinascimentali”. Per questo gli addetti ai lavori studiano i trattati d’epoca, per analizzare le tecniche degli antichi duelli. La ricerca e l’approfondimento sono aspetti essenziali della scherma storica; ecco perchè nel week end si sono tenuti anche quattro seminari.
“I colpi doppi non assegnano punti” prosegue Jacopo, “se un atleta colpisce ma viene a sua volta colpito significa che ha attaccato senza coprirsi; e per noi la difesa è un aspetto importante almeno quanto l’attacco”. Il maestro de La Sala delle Armi spiega anche lo svolgimento di un incontro: “a volte durano poco, se i contendenti sono aggressivi. Altre volte sono molto più lunghi, se gli avversari si studiano, se cercano di provocarsi prima di colpire o se si coprono molto. In generale la durata dipende anche da quali manuali hanno studiato e di conseguenza dalle tecniche che utilizzano”.
Arriva il momento della finale. Jacopo si deve arrendere allo slovacco Martin Fabian, uno dei migliori interpreti della sua specialità a livello europeo. Gli applausi sono però indistintamente per entrambi e tutti pensano già al prossimo meeting torinese. Sarà la terza edizione di TaurHEMAchia e per il 2015 l’intento è coinvolgere ancor più appassionati.
Ecco i podi delle cinque specialità:
Spada lunga open: 1- Martin Fabian (Bratislava), 2- Jacopo Penso (La Sala delle Armi), 3- Vladimir Seliga (Bratislava).
Spada lunga principianti: 1- Luca Valsecchi (La Sala delle Armi – Valsesia), 2- Erika Boscolo (La Sala delle Armi).
Spada e brocchiero open: 1- Andrea Camaggi (SAAM), 2- Vladimir Seliga (Bratislava), 3- Martin Fabian (Bratislava).
Spada e brocchiero femminile: 1- Eleonora Manoni (SAAM), 2- Elisa Zanoli (La Sala delle Armi Valsesia), 3- Silvia Vergnano (Conte Mezzocuore).
Messer: 1- Andrea Conti (Fiore dei Liberi), 2- Frederick Tracy (Francia), 3- Fabio Serraglio (Sala delle Armi).
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