Solitamente la pausa natalizia offre sempre lo spunto per soffermarsi sulle prime riflessioni inerenti alla stagione dello sci alpino.
Attualmente l’Italia occupa la terza posizione nella classifica generale per nazioni, ovvero quella graduatoria in cui ogni Paese raccoglie ogni singolo punto portato in carniere dai suoi atleti/e. Si tratta dunque di un parametro che offre la reale consistenza sul valore sciistico complessivo di una determinata compagine.
Al comando troviamo l’Austria con 4141 punti. Quello bianco-rosso non sarà più il Wunderteam dei vari Maier, Eberharter e Raich che dominava in lungo e in largo, tuttavia la scuola austriaca resta la migliore e lo dimostra il numero consistente di atleti che riesce ad installarsi in zona punti in tutte le discipline. Non è un caso se l’Austria si aggiudica la classifica per nazioni ininterrottamente dal 1990 (e la vincerà anche quest’anno). In precedenza, nel 1989, ad imporsi era stata la Svizzera.
Come ogni stagione, dunque, sarà una lotta per il secondo posto ed in lizza troviamo Stati Uniti ed Italia. Gli azzurri, sebbene in questo momento inseguano la compagine yankee (2376 contro 2260), appaiono favoriti per confermare la piazza d’onore già agguantata lo scorso anno a discapito della Svizzera. Esiste una grossa differenza tra la nostra nazionale e quella nord-americana: loro, infatti, possono contare su due autentici fuoriclasse come Ted Ligety e Lindsey Vonn (attualmente in pausa di riflessione), i quali, praticamente quasi da soli, portano la stragrande maggioranza dei punti alla causa. Se poi Nyman vince anche a sorpresa la discesa della Val Gardena…
L’Italia, dal proprio canto, non può contare su atleti dominanti, ma è più squadra, soprattutto in campo maschile, dove schiera atleti da podio in tutte le discipline. Sinora il superG si è rivelata la nostra prova preferita (3 podi e 2 vittorie complessive). Il Bel Paese occupa una posizione lusinghiera nella classifica per nazioni nonostante il settore femminile stia facendo fronte alla peggior crisi tecnica dell’ultimo decennio.
Alle spalle della selezione tricolore, già piuttosto distanti, troviamo la Francia (1889) e la Germania (1879). Da segnalare come i teutonici stiano crescendo notevolmente anche tra gli uomini, dove a Felix Neureuther (addirittura quinto nella generale grazie ai sensibili miglioramenti compiuti in gigante) si sono affiancati giovani di prospettiva nelle discipline tecniche come Fritz Dopfer, Stefan Luitz e Philipp Schmid.
In forte calo la Svizzera, sesta con 1427 punti, che paga dazio ad un ricambio generazionale che non ha saputo offrire ricambi all’altezza di un fuoriclasse come Didier Cuche (considerando che Beat Feuz è fuori per infortunio): in campo maschile, lo squadrone rossocrociato è ormai solo un ricordo. Va meglio tra le donne, dove Lara Gut sta finalmente raggiungendo un rendimento consono a delle qualità tecniche fuori dal comune.
Settima, praticamente grazie alla sola Tina Maze (e al clamoroso secondo posto di Rok Perko nella discesa della Val Gardena), troviamo la Slovenia con 1227, subito davanti alla Norvegia di Svindal e Jansrud (1206). La top10 è chiusa da Svezia e Canada.
OA | Federico Militello