Scialla! (Stai sereno) (di Francesco Bruni, 2011)

Creato il 20 agosto 2012 da Iltondi @iltondi

Ex professore ora diviso tra ripetizioni private e la poco soddisfacente scrittura di biografie di personaggi famosi, Bruno Beltrame (Fabrizio Bentivoglio) è una persona pigra e compassata. Da anni non scrive niente per sé, vive da solo e va spesso a mangiare al bar vicino casa. La sua vita, insomma, non è proprio un granché. Ma poi scopre che Luca (Filippo Scicchitano), un quindicenne a cui dà ripetizioni, è suo figlio. Per giunta, la madre del ragazzo deve partire per 6 mesi e gli chiede di prendersi cura di lui. Ma Luca non deve sapere che Bruno è suo padre. 

Introdotta così, e chiarito che il titolo del film non c’entra niente con l’album dei ragazzi di “Amici di Maria De Filippi” di qualche anno fa, può sembrare una delle tante storie all’italiana, espressione di un cinema che trova una svolta narrativa in un fatto di per sé non certo originale. La scoperta improvvisa di avere un figlio però qui non regala solo grattacapi e un aumentato senso di responsabilità per il padre, né le solite reazioni sguaiate e le frasi colpevolizzanti da parte del figlio. Ci si concentra più che altro nell’esplorazione di due universi paralleli, senza la necessità di moralizzare: quello adulto di Bruno, che ha così la possibilità di trovare un antidoto alla paura, ma anche a una vita piatta e indolente; quello adolescenziale e ribelle di Luca, che ora più che mai, attratto da soldi facili e da ambienti poco raccomandabili, ha bisogno di una figura paterna, che sappia stargli vicino. Quella di Luca è una rappresentazione reale di un adolescente oggi, recalcitrante alla scuola e nonostante tutto convinto di fare grandi cose nel mondo. Curiosa la contrapposizione tra il garbato accento veneto di Bentivoglio (sempre una sicurezza quando si tratta di caratterizzare il personaggio) e il romanesco spinto di Scicchitano (bravo il ragazzo, qui all’esordio cinematografico). Barbora Bobulova nei panni di una pornostar della quale Bruno sta scrivendo la biografia, mentre Vinicio Marchioni, malavitoso erudito, scherza in maniera allusiva sul gusto della gente per le storie criminali (ha interpretato “Il Freddo” nella serie tv Romanzo criminale). Il finale mantiene la commedia e non snatura il film, mentre la colonna sonora è rigorosamente rap (tutte le tracce sono cantate dal rapper italo-egiziano Amir). Francesco Bruni, dopo le collaborazioni in fase di soggetto e sceneggiatura con Paolo Virzì e Ficarra e Picone, compie un debutto registico più che dignitoso (sottolineato anche dal David di Donatello conquistato).



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