Di mezzo ci sono tanti soldi che non si trovano, Maggie, una bellissima vedova (Audrey Hepburn), un uomo che non si sa bene chi sia, ma non è certo sprovvisto di nomi e di identità (Cary Grant), un ispettore in carriera (Jacques Marin), un sedicente infiltrato nella CIA (Walter Matthau) e tre loschi individui con cui non vien troppa voglia di socializzare (James Coburn, George Kennedy e Ned Glass). Prima che inizi il film c'era anche un altro, il marito di Maggie, ma questi muore prima dei titoli di testa e tutto sembra procedere come se Charade di Stanley Donen fosse un'indagine per scoprire l'assassino.Ma Sciarada di Stanley Donen, appunto, è piuttosto indifferente, per usare un eufemismo, alla vita e alla morte del sig. Lampert (e a molte altre): è un gioco sofisticato di menzogne, parole, promesse e fiducia più o meno mal riposta, dove Parigi, le battute e l'azione la fanno da padroni. Non è la verità che conta, e per la verità neanche le bugie: conta solo quel che avviene sotto gli occhi dello spettatore. Per questo la protagonista, oltre a essere amabile, è sincera: non nasconde niente, non c'è un secondo fine, il mondo, con i suoi giochetti, le si avvolge attorno.
Indomabile cavalcata sui sentimenti, sul buon senso e con un finale liberatorio e assolutamente per bene, Sciarada di Stanley Donen, con la sceneggiatura di Peter Stone, ha la forza e l'intelligenza di essere garbatissimo e scorretto quanto basta per accontentare e sedurre tutti. Va da sé che non è un capolavoro, ma si fa ricordare e diverte con tutto l'estro di un cinema che nell'insieme ha fatto epoca. Ad avercene!






