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Science + Fiction: “Rio 2096″ di Luiz Bolognesi

Creato il 08 dicembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Science + Fiction: “Rio 2096″ di Luiz Bolognesi

Capolavoro! Se nei confronti di Real ci siamo espressi con la stima che si deve a un maestro come Kiyoshi Kurosawa, se all’adrenalinico The Colony di Jeff Renfroe abbiamo tributato – pur con qualche riserva – il nostro apprezzamento, è questo lungometraggio d’animazione “made in Brazil” il film di Science + Fiction 2013 che ci ha emozionato di più. Anzi, ci ha letteralmente stregato. E sono sia l’impatto visivo che gli aspetti contenutistici ad averci fatto amare così tanto Rio 2096 – Uma História de Amor e Fúria del cineasta carioca Luiz Bolognesi.

Il Sudamerica, un continente in continua evoluzione. Sul piano socio-politico, come anche a livello di fermenti culturali, artistici. E pescando tra le varie forme di espressione sembrerebbe che pure qualche lungometraggio animato, negli ultimi tempi, si sia distinto positivamente: basti pensare a Metegol 3D dell’argentino Juan Josè Campanella, passato all’animazione per raccontare una fantasiosa e avvincente avventura incentrata addirittura sul calcio balilla, dopo il meritato successo da lui ottenuto (Oscar compreso) con Il Segreto dei suoi occhi. Anche nel caso di Bolognesi i precedenti sono di natura ben diversa: lo si ricorda soprattutto per la sceneggiatura di Birdwatchers – La terra degli uomini rossi, buon film di impegno civile diretto nel 2008 da Marco Bechis.

Ci rifacciamo proprio alle dichiarazioni del regista, per inquadrare meglio questo che è anche il suo lungometraggio d’esordio: “La sceneggiatura condensa due cose di cui vado pazzo, la storia del Brasile e i fumetti. Come sceneggiatore ho tenuto conto che l’animazione offre possibilità illimitate: se so che sto per girare un film tradizionale, non potrò scrivere una scena che narra una guerra del XVI secolo tra tribù Tupis e Tupinambas. E non potrò neanche descrivere Rio de Janeiro tra sessant’anni, con navicelle che volano attraverso la città. In un film di animazione invece questi problemi non esistono: è il motivo principale che mi ha spinto a scegliere questa tecnica.”

Un autore “paulista”, nativo cioè di São Paulo, per raccontare con grande veemenza e a disegni animati l’epopea di Rio de Janeiro, un’altra metropoli di primissimo piano nella vita del paese. Anche questo elemento, volendo, presenta il suo fascino. E in Rio 2096 – Uma História de Amor e Fúria c’è davvero tanto: le violenze legate al processo di colonizzazione europea, le tribù indigene assoggettate, la ribellione spontanea, genuina e sfortunata dei Cangaceiros, il giogo della dittatura militare di pochi decenni fa, fino a contemplare un’ipotesi di futuro in cui le classi subalterne dovranno combattere chi le schiaccia per l’ennesima volta. Per un’ultima volta? Chissà. Perché in questo “Eterno Ritorno” (la coppia di amanti protagonista del film si materializza in diverse epoche, reincarnandosi in analoghe figure di oppressi e coprendo così 600 anni di storia) il motivo dominante è lo spirito di rivolta.

Misticismo di matrice sciamanica e materialismo storico, improntato quindi ai propositi di riscossa degli sfruttati. Da questo curioso impasto Luiz Bolognesi ha tratto immagini potenti, vivide, che possono essere ricondotte all’eccelsa tradizione del fumetto latinoamericano ma che in filigrana sembrano celare qualcos’altro: quella sublime lezione di cinema rappresentata da Cloud Atlas, immaginifica opera firmata da Tom Tykwer e dai fratelli Wachowski; in Rio 2096 – Uma História de Amor e Fúria non vi si rispecchia magari tutta la complessità, sinuosa e debordante, degli incastri narrativi, ma il richiamo a Cloud Atlas si manifesta comunque in quella filosofia del divenire storico espressa per parabole esemplari, che in entrambi i film sanno dar vita a sequenze realmente da brividi.

Stefano Coccia      


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