“Le cose d’ogni giorno, raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare” (Gianni Rodari)
Si può parlare di fisica mentre si gioca? La comune credenza farebbe propendere per il no.
Perché al gioco, in particolar modo al gioco infantile, si associano concetti come piacere, divertimento, evasione, leggerezza. E, ovviamente, si sottintende che alle scienze, o agli studi in generale, non si possano e non si debbano accostare gli stessi termini.
Il gioco infantile sarebbe quindi qualcosa di poco serio (cose da bambini). Inoltre il puer ludens può destabilizzare un poco l’adulto, che vi ravvede tracce di Lucignolo, qualcosa di Franti, figure che mal si coniugano con il rigore, la fatica, l’impegno legati a qualsiasi forma di apprendimento, figuriamoci ad una scienza dura come la fisica.
Ma, come scrive bene Francesca Antonacci, “il gioco è una regione dell’esperienza integrale e originaria incompatibile con la tendenza classificatoria che mira a distinguere e separare corpo e mente, ragione e emozioni, memoria e immaginazione”. Questa sua peculiarità di immersione completa e totale nella realtà vissuta rende, invece, il gioco un formidabile strumento di indagine scientifica.
Scienza al luna park (Editoriale Scienza) è, prima di tutto, l’invito alla costruzione di un gioco divertente: una spettacolare pista per le biglie, montagne russe sulle quali una sferetta impazzita può sfrecciare e compiere evoluzioni mirabolanti.
E quando la biglia ha completato un giro – presto! – facciamogliene fare un altro e poi una altro ancora.
Ecco, ecco che il puer luden, cercando risposte che spieghino come avvengono i fenomeni strani osservati, mostra il suo volto compatibile con l’indagine scientifica. Anzi, non solo compatibile, oserei dire necessario, dato che la curiosità è da sempre la forza motrice della scienza.
Scienza al luna park ha ben 20 pagine dedicate a proporre non tanto delle soluzioni o delle risposte preconfezionate, ma a far riflettere chi osserva sui vari fenomeni fisici coinvolti.
Si parla di velocità e di accelerazione, di leggi che si nascondono dietro le azioni quotidiane, di gravità e di energia e di tanto altro ancora. Cinematica e statica escono dal libro per farsi esperienza ludica.Il percorso che compie la biglia, quindi, si arricchisce di nuovi significati, come una strada che si percorre e che mostra paesaggi sorprendenti e mai notati prima. Scienza al luna park stimola a ri-orientare lo sguardo su quanto avviene intorno a noi.
La grafica, vivace e movimentata, aiuta a rendere più accattivante la descrizione dei fenomeni fisici osservati, senza che perdere in chiarezza e precisione.
E per non farli sentire troppo trascurati, anche gli adulti sono invitati a prendere parte al gioco. Magari qualcuno riuscirà così a vincere vecchie – e di scolastica memoria – avversioni per la fisica.
(età consigliata: dagli otto anni)
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