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Scienza e ideologia

Creato il 11 luglio 2010 da Stukhtra

Che c’entrano la “destra” e la “sinistra”?

di Marco Cagnotti

Dovremmo prendere sul serio ciò che dicono gli scienziati? Tutti gli scienziati? Sempre? In fondo non sono persone migliori delle altre. Hanno manie e idiosincrasie, pregiudizi e fissazioni, come tutti. E allora? Semplice: non dovremmo. Non sempre, almeno, e soprattutto non quando parlano singolarmente. Perché, presi uno alla volta, anche quando sono autorevoli e competenti, non possono comunque liberarsi dalla propria soggettività. Non c’è dunque alcuna verità scientifica? Che dire dei paradigmi, le convinzioni dominanti nella maggior parte della comunità scientifica?

Vi sono argomenti che, per le loro conseguenze sulla vita di tutti, scatenano controversie a non finire. Non solo fra gli scienziati, ma in tutta la società. La possibile presenza di giganteschi buchi neri nei nuclei delle galassie non riempie le pagine dei giornali, non provoca polemiche al vetriolo, non induce nessuno a raccogliere firme per un referendum. Ma provate un po’ a parlare di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) o di riscaldamento globale: immediatamente gli animi si accenderanno. Ecco infatti due esempi eccellenti delle guerre d’opinione che si scatenano intorno alla ricerca scientifica. Eccellenti perché vedono le voci di destra e di sinistra scambiarsi i ruoli nel difendere o nell’attaccare il paradigma. Ha ancora senso parlare di “destra” e di “sinistra”? Noi, per semplicità, intenderemo come “voci di destra” quelle che provengono dagli ambienti dell’economia, della libera impresa, del neoliberismo, e come “voci di sinistra” quelle di chi si ispira a un pensiero derivante (più o meno blandamente) dalla tradizione socialista (nel senso più ampio: dal comunismo alla socialdemocrazia), che oggi è venata di un forte ambientalismo.

La maggior parte dei ricercatori in biotecnologie è schierata a favore dell’impiego (beninteso con le dovute cautele) degli OGM, mentre solo una sparuta minoranza vi si oppone. Al di fuori della comunità scientifica, chi sta a destra, nella politica, nell’economia e nella società, si fa forte del sostegno di quest’autorevole maggioranza e propugna l’impiego su larga scala degli OGM in agricoltura e nella ricerca farmaceutica. Da sinistra però partono le critiche: si accusano gli scienziati di essere prezzolati, al soldo delle multinazionali. Si sottolinea come vi siano alcune voci scientifiche che sono fuori dal coro. E dunque si ripete che nulla è sicuro, che il problema è aperto, che “la comunità scientifica è spaccata”, che non si può mettere a rischio la salute dei consumatori e l’integrità dell’ambiente.

Sulle cause del riscaldamento globale i ruoli sono esattamente invertiti. La grande maggioranza dei climatologi, riuniti nell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), sostiene che la ragione principale va cercata nell’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, provocato dalla produzione umana di energia per mezzo di combustibili fossili. Solo una piccola minoranza di specialisti la pensa diversamente. Ovviamente da sinistra si plaude alle conclusioni della maggioranza degli scienziati, che confermano la necessità di imporre misure di controllo delle emissioni. Chi invece è a destra accusa i climatologi di essere ideologizzati e prevenuti a favore dell’ambientalismo. E insiste nel sottolineare che esistono voci critiche e autorevoli, che quindi nulla è sicuro, che il problema è aperto, che “la comunità scientifica è spaccata”, che non si può mettere a rischio l’economia e il benessere che ne deriva.

A rischio di semplificare ancora, potremmo concludere così: la maggior parte degli scienziati competenti sull’argomento in questione è schierata “a destra” sugli OGM e “a sinistra” sulle cause del riscaldamento globale. Ma chi ha ragione?

Stabilire qual è la “verità scientifica” è sempre molto difficile. Di solito essa emerge con chiarezza solo dopo molto tempo. Quello che deve essere ben chiaro subito, però, è che le voci fuori dal coro, quelle degli scienziati “eretici” che criticano il paradigma, sono estremamente importanti. Anzitutto la loro presenza è intrinseca all’impresa scientifica, che è un’indagine aperta e razionale sulla struttura del mondo. E poi la critica, specie se è ben argomentata, è fondamentale per far progredire la conoscenza, perché solo chi guarda la realtà con occhio indipendente può evidenziare le pecche dei paradigmi e può impedire ai colleghi più tradizionalisti di adagiarsi sugli allori delle proprie certezze. Sottolineata l’importanza degli “eretici”, tuttavia, un’aggiunta è doverosa: non per il fatto di essere in pochi e agguerriti essi hanno necessariamente ragione, mentre tutti gli altri hanno torto. Bisogna pur ricordare che comunque la maggior parte della comunità scientifica aderisce a una visione globale che non è affatto campata per aria, ma possiede soli argomenti scientifici: dati, misure, osservazioni, evidenze sperimentali. I numerosi scienziati che sostengono gli OGM sono tutti stupidi o, peggio, al soldo delle multinazionali? E i tanti climatologi che incolpano le attività umane per il riscaldamento globale sono tutti stupidi o, peggio, comunisti? Siamo seri!

La realtà è più semplice. Il singolo scienziato può anche essere di destra o di sinistra, neoliberista o comunista, e può lasciarsi condizionare dalle proprie opinioni soggettive nel giungere a conclusioni scientifiche. Ma la scienza non è né di destra né di sinistra. La comunità scientifica, nella quale si incontrano e si scontrano i pregiudizi e le idiosincrasie di tutti, fa emergere una verità “media”, che è provvisoria e rivedibile come tutte le verità scientifiche ma che va considerata con la massima serietà. E che è essenziale per prendere decisioni sul futuro fondate sulla razionalità. L’economista, il politico o il giornalista che, da destra o da sinistra, rifiuta le conclusioni che emergono dalla ricerca scientifica lo fa perché ha già deciso a priori che cosa è vero e buono e giusto. Non importa quali garanzie gli si possano offrire: l’ecofondamentalista rifiuterà sempre gli OGM “perché sono contro natura”. E non importa quanto convincenti siano le prove della responsabilità umana nel riscaldamento globale: il neoliberista estremo ricorderà che il professor Atwood, un fisico della Miskatonic University, non è d’accordo. L’impressione che ne ricaverà il pubblico, frastornato dalle opposte opinioni che sembrano equivalenti, sarà che “la comunità scientifica è spaccata”. E questo, bisogna sottolinearlo, è falso.

E noi? Noi stiamo a destra o a sinistra? Noi siamo dei semplici cronisti. E ci limitiamo a registrare le opinioni, individuali e collettive, che emergono dalla comunità scientifica. Quella degli specialisti veri, beninteso: i biotecnologi e i climatologi. Mentre poco ci importa delle opinioni di economisti interessati, giornalisti tuttologi e fisici che, incarogniti dal Nobel mancato, sproloquiano su tutto, dalla teologia al clima. Noi prendiamo sul serio gli argomenti di tutti gli specialisti, cercando onestamente se c’è qualche verità fra quelli degli “eretici” ma sempre considerando con la massima serietà il paradigma.

Noi, per concludere, possiamo solo porre qualche modesta domanda. A chi sta a sinistra e si fa forte dell’autorevolezza scientifica dei climatologi per difendere l’ambiente chiederemo: “Sei disposto a prendere altrettanto sul serio i biotecnologi e a nutrirti con cibi geneticamente modificati?”. E a chi sta a destra e, basandosi sull’autorevolezza dei biotecnologi, decanta il progresso che ci attende grazie agli OGM chiederemo: “Sei disposto a prendere altrettanto sul serio i climatologi e ad accettare una seria moratoria sulle emissioni di gas serra?”.


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