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“Scienza e letteratura. Storie di un doppio legame” – Domenico Ribatti

Creato il 30 ottobre 2011 da Temperamente

Sosteneva Calvino in uno dei sui saggi più illuminanti che «l’atteggiamento scientifico e quello poetico coincidono: entrambi sono atteggiamenti insieme di ricerca e di progettazione, di scoperta e di invenzione».
Di questa affinità fra due formae mentis solo apparentemente contrapposte, della possibilità di considerare le cosiddette “due culture” come due declinazioni di un unico atteggiamento etico e intellettuale, Domenico Ribatti è già di per sé un esempio: brillante mente scientifica, è al contempo scrittore acuto e fine conoscitore della letteratura contemporanea.
In Scienza e letteratura – Storia di un doppio legame, raccolta di articoli pubblicati dall’autore su testate di vario genere e in un arco di tempo di venti anni esatti (1987-2007), l’unione di cultura scientifica e cultura umanistica per la creazione di un “nuovo umanesimo” è il tema principale, il concetto che unisce e rende omogenea la raccolta stessa. Da una parte, capacità della letteratura di incidere concretamente sulla realtà, sia perché consapevole della necessità di considerare scienza e tecnica come formidabili fonti di ispirazione, dato il loro ruolo di totale prevalenza nel mondo moderno, sia perché caratterizzata da un approccio scientifico alla realtà stessa, nello stile e nel modo di vedere e capire. Dall’altra, una scienza impregnata di umanesimo, ovvero capace di comunicare le sue scoperte e il modo in cui esse incideranno sulla vita dell’uomo e, cosa più importante, capace di considerare l’uomo in sé e per sé come fine ultimo della propria ricerca.

La prima sezione del libro analizza e confuta questa storica quanto infondata contrapposizione tramite articoli che hanno per oggetto grandi figure di scienziati-letterati, tra cui Gadda, Vittorini, Calvino, Levi. Uomini che inevitabilmente all’inizio hanno vissuto questa loro doppia inclinazione come una lacerazione insanabile, ma che poi hanno più o meno consapevolmente tratto proprio da questo il loro genio. Primo Levi ammise di aver tratto dal mestiere di chimico il gusto per la parola esatta e il possesso di una vasta gamma di metafore e di significati; Vittorini considerava la contrapposizione delle “due culture” uno pseudo concetto, e auspicava l’avvento di una scienza capace di assumere un ruolo umanistico; Calvino affermava che il linguaggio scientifico poteva rivelarsi indispensabile per colmare le lacune del linguaggio ordinario, inadatto a descrivere l’esperibile nella sua totalità.

domenico ribatti
Le due sezioni successive si concentrano sul legame fra letteratura e medicina, e, tramite figure memorabili della letteratura otto-novecentesca, analizzano l’apporto dato alla scrittura dalla malattia (seconda sezione) e dal contemporaneo svolgimento della professione medica (terza sezione). Infine, gli articoli dell’ultima sezione riguardano momenti e figure importanti della storia della medicina, conservando però un approccio di tipo umanistico e terminando significativamente con un articolo su Gino Strada e Albert Schweitzer, ovvero l’essenza della medicina al servizio dell’umanità, della pratica scientifica totalmente votata al benessere dell’uomo, della salute come diritto fondamentale da salvaguardare, e non come bisogno da sfruttare secondo logiche di profitto economico.

Marina Lomunno

Domenico Ribatti, Scienza e letteratura. Storie di un doppio legame, Stilo Editrice, 201 pagg., 22 euro.


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