By Azzurra Spreafico –
giugno 18, 2010Posted in: pedagogia
In origine la pedagogia era un ramo della filosofia. Intorno alla seconda metà dell’Ottocento, in concomitanza con la rivoluzione scientifica, la pedagogia inizia a costruirsi il suo statuto epistemologico (da epistemologia che significa “discorso intorno alla scienza”) tale da diventare appunto una scienza.
Spesso non le viene riconosciuto lo statuto di scienza in quanto ritenuta sommatoria di diverse discipline: questo è un errore di lettura! La pedagogia si avvale certamente di numerosi saperi, quali quello psicologico, sociologico, storico, tecnologico, didattico… per dirne solo alcuni!
Il fatto che essa si avvalga di tutte le discipline che riguardano l’uomo non significa però che non abbia un suo campo specifico d’azione. Il suo ambito,
il suo oggetto, è infatti l’educazione: l’oggetto dell’evento educativo è invece la PERSONA e il suo potenziale di educabilità. Ciascun sapere perciò contribuisce alla conoscienza del discepolo, del suo ambiente sociale, della sua psiche, della sua storia e tutto ciò che lo può riguardare. La pedagogia si occupa quindi di analizzare e astrarre per capire, teorizzare e quindi agire, educare.
Per essere scienza occorre :
- che questa abbia un suo oggetto specifico, che nella pedagogia risiede appunto nell’educazione ;
- che questa sia dotata di un metodo specifico ( perché? avere metodo ci permette di condividere i risultati con la comunità scientifica e quindi di poter interpretare i dati in modo quanto più oggettivo possibile) che è costituito dai modelli pedagogici e dall’agire educativo. Alcuni esempi di modelli pedagogici, o per meglio parlare, di teorie educative sono l’attivismo, l’ermeneutica, il sistemico, il costruttivismo, il fenomenologico….
- e infine che interagisca con le altre discipline, come la psicologia, la sociologia, la filosofia, la storia, la didattiica…
Poiché la pedagogia ha un oggetto, un metodo specifico e interagisce con le altre discipline, non resta che dedurre che questa sia una scienza e come tale le va riconosciuto il giusto valore.
Certo ha avuto un percorso storico molto travagliato e i primi passi sono stati fatti solo nei primi anni del ‘900. Il 1902 è l’anno in cui Ugo Pizzoli apre a Crevalcore la prima scuola-laboratorio con annesso un istituto pedagogico. Questo accadeva in Italia. Nel 1905 Binet e Simon crearono e somministrarono il primo test di intelligenza su un ampio campione di bambini in età evolutiva allo scopo di indagare l’insuccesso scolastico. Dobbiamo aspettare il 1906 perché a Lipsia venga aperto il primo laboratorio di psicologia e pedagogia. I primi studiosi di pedagogia che le attribuirono il valore di scienza furono soprattutto: Decroly, Claparéde e Dewey.
Vi è ancora molto da fare e questo è dimostrato dal fatto che solo quindici anni fa aprivano i primi corsi di pedagogia all’università, trasformati di recente in “scienze dell’educazione e della formazione”. Pensiamo anche allo spazio che le è stato dato in questi anni nelle S.I.S.S. ovvero le scuole di specializzazione per gli insegnanti di scuola secondaria: quasi la metà della formazione durante i due anni prevedeva lezioni riguardanti la pedagogia, la didattica e l’educazione. Lo stesso ambito lavorativo fatica ancora a riconoscere la specificità dell’educatore all’interno dei servizi.
La pedagogia è una scienza e come tale va riconosciuta nella sua specificità dandole la dignità di tutte le altre scienze, non solo a livello letterario dove questo concetto non può che essere condiviso, quanto nella realtà lavorativa e interdisiciplinare del quotidiano.
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Azzurra, Pedagogista e educatrice professionale laureta in scienze dell'educazione e laureanda in scienze pedagogiche. Se vuoi sapere altro di me leggi alla pagina -chi siamo- oppure aggiungimi in facebook (Azzurra Spreafico).
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