Non ci spreco neppure un briciolo di indignazione. Rido. Rido per l’idiozia imperante, per i meccanismi perversi che mettono in posizioni delicate degli incompetenti, rido per l’arroganza di pensa di essere innovativo, per la stupidità di chi vuole affermare un concetto senza accorgersi che afferma l’esatto contrario.
Ho visto lo spot, costato migliaia di euro ovviamente, realizzato per l’UE, che dovrebbe promuovere la carriera scientifica per le donne. Il claim è “la scienza è una cosa per ragazze”. Immagini patinate, musica aggressiva, colori, rossetti, pennelli da trucco, tanto che alla fine ti aspetti il primo piano di una bottiglietta di profumo e una voce fuori campo rauca e languida che ne pronuncia il nome in francese. Ma no, non vedi che ci sono alambicchi fumanti, provette, schemi di atomi, lavagne, microscopi e formule? Dunque la scienza. E le ragazze? Già, le ragazze. Sono giovanissime, glamour, vestite in modo succinto, indossano scarpe alla moda con vertiginosi tacchi a spillo, portano occhiali similgriffati e si strusciano, ridono, ammiccano.
C’è solo una persona con il camice in tutto lo spot ed è un uomo. Che giustamente le guarda perplesso, tanto più che è stato distolto dal suo importante lavoro al microscopio.
Se volevano combattere gli stereotipi sappiano che li hanno rinforzati producendo un paradossale messaggio sessista. Se le donne vogliono farsi largo devono mostrarsi così.
Ma chi era il creativo di questo spot? Secondo me Berlusconi sotto mentite spoglie. Non è stato lui il teorico della promozione delle donne in politica purché avessero certe precise caratteristiche?
Lo spot è stato rimosso dal sito della Commissione europea dedicato alla campagna. Se dovessero toglierlo anche da youtube, potete vederlo qui.