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Ero pronta a lottare. Mica sono nata ieri, anni di pendolarismo Trenitalia. Gia' sul sull'Eurostar ieri mi preparavo mentalmente ad una calca disumana, quadruple file sulle banchine al mio arrivo, taxi irreperibili, autobus in stile carro bestiame. (Tra parentesi nel vagone ristorante c'erano due mamme dall'accento working class completamente ubriache, che brindavano a shot di vodka circondate da pargoli. Non c'entra niente ma dovevo dirlo).
E invece.
Sono arrivata e il Tube era semideserto. Pero' funzionava. Un omino scriveva minuziosamente su una lavagna gli orari dei disagi programmati. Dagli altoparlanti fioccavano apologies. Se chiedevi si premuravano di controllare il programma che avevano in mano e di dirti esattamente quale vagone sarebbe passato e quando.
E oggi lo stesso. Addirittura, l'altoparlante si scusava del fatto che in alcune stazioni la metro si sarebbe fermata ben tre minuti, per consentire lo smaltimento della gente. Che comunque io, sulla Bakerloo line, non ho visto. Come ieri sera, eravamo in quattro gatti. L'unico "disagio" e' stato che il treno saltava alcune fermate, col risultato che si arrivava molto piu' veloci a destinazione.
Poi sui giornali del pomeriggio ho visto titoli apocalittici, con immagini di un imponente dispiegamento di forze per calmare la folla agitata. Boh. Sara' dipeso dalle zone.
Quello che mi ha colpito e' stata la calma olimpica del personale, che ha sfoderato tutta la british iper politeness di cui era capace. Per mostrare al mondo che noi il controllo non lo perdiamo mai.
Dure parole sono state riservate agli scioperanti dall'ossigenato (?) sindaco di Londra. Una "farsa" pensare che chi sciopera abbia un ampio sostegno, ha detto.
Eppure da quello che leggo sommariamente sarebbero in gioco mille posti di lavoro, visto che London Underground vuole abolire le biglietterie. LU dice pure che i lavoratori verrebbero riassorbiti, ma chissa'.
"Un postumo degli anni Settanta", dice uno degli intervistati dal giornale del pomeriggio Evening Standard. Che riporta anche il travaglio esistenziale di una coppia appena rientrata dalle vacanze in Nuova Zelanda che ci ha messo due ben due ore per spostarsi dall'aeroporto di Heathrow a casa propria.
Certo dopo la Thatcher gli inglesi non hanno un rapporto facile con gli scioperi. Puo' darsi anche che io non abbia capito niente della giornata, dal mio vivace osservatorio di una conferenza di lawyers. Pero' questo sciopero polite, proprio alla vigilia della Festa dei Lavoratori (che infatti in UK non e' festa) mi lascia un po' con l'amaro in bocca.
Non mi sembra giusto, lo sciopero polite, un po' come il sesso pulito o la birra analcolica.
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