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Sciopero al Sole24Ore, in bilico la direzione di Gianni Riotta?

Creato il 13 gennaio 2011 da Kobayashi @K0bayashi

Il Sole 24 Ore oggi non è in edicola e il sito non verrà aggiornato per 24 ore in segno di protesta per il mancato rispetto degli impegni presi da direzione e azienda con la redazione “e per la continua mortificazione delle professionalità dei giornalisti”. Comincia così il comunicato del Comitato di redazione del quotidiano di Confindustria, guidato da Gianni Riotta, da tempo in rotta con la direzione e pronto a uno stato di agitazione che contemplerà almeno altri due giorni di sciopero oltre a quello odierno.

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Sotto accusa l’attivazione di due nuovi contratti di collaborazione richiesti dal direttore e sottoscritti dall’azienda, in una fase in cui è ancora in corso il piano di prepensionamenti che costerà al giornale l’uscita anticipata di 31 persone (dopo i 170 tra poligrafici e amministrativi che hanno lasciato negli scorsi mesi) per far fronte alla difficile situazione economica del gruppo, e le presunte pressioni esercitate dalla direzione su una giornalista della testata per indurla al prepensionamento, nonostante mancassero i requisiti necessari. L’azienda, da parte sua, “ribadisce l’assoluta correttezza dei comportamenti suoi e della direzione nel pieno rispetto degli accordi sindacali siglati e delle norme contrattuali vigenti”.

Ma in realtà non c’è solo questo: la crisi che attanaglia il settore editoriale ha colpito duramente Il Sole24Ore che, sotto la guida di Riotta, ha perso 50mila copie e ha visto il numero degli abbonati scendere sotto la “soglia psicologica” di quota 100mila, portando nelle casse del gruppo una perdita di 52 milioni di euro nel 2009 e altri 24 milioni nei primi 9 mesi del 2010.

Una mazzata difficile da digerire e soprattutto un trend quasi impossibile da invertire, tanto che lo stesso Riotta si era convinto di voler trasformare completamente il tradizionale quotidiano economico dandogli una nuova veste per compensare il rosso degli ultimi due esercizi. Tuttavia il formato tabloid, ipotizzato in un primo momento, anche a fronte di alcuni miglioramenti (meno costi per la carta, necessità di un organico inferiore per confezionare ciascuna uscita in edicola) non pare incontrare il gusto di molti altri attori coinvolti: in primis quello dei lettori, abituati al classico standard a 9 colonne e a rischio disorientamento, ma soprattutto quello dei soggetti pubblicitari, che secondo uno studio fatto commissionare dall’azienda in caso di modifiche potrebbero ridurre gli investimenti dai 15 ai 25 punti percentuali.

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Un dato che, ovviamente, scoraggia qualsiasi forma di cambiamento. La decisione finale si saprà solo tra qualche giorno, quando l’ad Donatella Treu presenterà ufficialmente il nuovo piano industriale del gruppo. Per ora, di certo, c’è solo il malcontento dei giornalisti nei confronti di direzione e società: sarà Gianni Riotta a pagare per tutti?


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