Domani la CGIL scende in Piazza. Si manifesta contro i provvedimenti del Governo e soprattutto contro le modifiche, previste in manovra, che di fatto ‘licenziano’ l’Articolo 18 dello statuto dei Lavoratori.
Da La Stampa:
Domani andrà in scena lo sciopero proclamato dalla Cgil, oggi campeggia sui titoli dei giornali la norma, contenuta nell’articolo 8 della manovra, che costituisce una profonda deroga all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Licenziamenti più facili, si semplifica, se i sindacati non sono contrari
Cosa cambia? Che l’articolo 18 è divenuto obsoleto, tutto il potere di licenziare spetterà ad impresa e sindacati. Un articolo de L’Unità:
E’ una vera e propria rivoluzione. Come hanno spiegato i quotidiani d’ogni colore inizia un’era nuova nel mondo del lavoro. Non sarà più l’imprenditore duro e puro a licenziare i lavoratori per un qualsiasi motivo. Sarà il sindacato in prima persona a farsi carico di questa penosa necessità.
E’ una fantastica novità inserita all’ultimo momento dal centro destra nella manovra anticrisi. E’ la mossa risolutiva per convincere i mercati, impedire la recessione, salvare il Paese. E per convincere gli ultimi indecisi a seguire Susanna Camusso nell’annunciato sciopero generale.
La scelta comporterà una trasformazione moderna del delegato sindacale. Costui passeggerà nei luoghi di lavoro guardato con rispetto e deferenza dagli umili, semplici lavoratori desiderosi di entrare nelle sue simpatie. Per non essere licenziati. Come un vero boss da fronte del porto.
Toccherà ad esempio a lui, il boss sindacale, decidere se i lavoratori potranno essere spiati come impediva, invece, il precedente arcaico Statuto dei lavoratori. Lo spiega su “La Stampa” il professor Maurizio Castro, già capo del personale alla Zanussi. Appositi impianti audiovisivi potranno così misurare la produttività individuale. Tempi modernissimi.
Certo non ci sarà più la giustizia eguale per tutti (del resto già oggi è forse così?). C’è chi sarà spiato e chi no. Ogni azienda, ogni territorio avrà la sua giustizia del lavoro. Dipenderà dai diversi tribunali sindacali. Certo la concorrenza tra aziende sarà spietata e qualche buon padrone ci lascerà le penne.
L’unità sindacale è un ricordo. Cisl e Uil sono totalmente appiattite sul governo e non intendono piu difendere gli interessi dei piu deboli. Nel 2002 Cofferati portò in piazza milioni di persone per difendere l’articolo 18 ed anche grazie alla pressione della CGIL la proposta di riforma fu accantonata. Questa volta sembra tutto piu difficile. Il piu grande partito di opposizione, il PD, è diviso tra la corrente del segretario Bersani che è favorevole allo sciopero ed i moderati alla Letta-Fioroni che flirtano con l’Udc e Confindustria. La situazione economica è disastrosa, la sfiducia nei confronti del governo è totale, sia a livello internazionale che a livello nazionale ma….
…. c’è un ma di fondo. Sino ad oggi nessun ‘indignados’ si è fatto vivo nel nostro paese, se non sottoforma di sporadiche performance di ‘frange’ isolate. Malgrado la crisi, le tasse, la macelleria sociale prevista dal governo, gli italiani rimangono rintanati nelle loro case. Nessuno si muove, nessuno si indigna, nessuno scende in piazza.
Domani sarà importate verificare il successo della iniziativa ma davvero mi piacerebbe vedere proteste senza interruzione, che vadano aldilà della manifestazione organizzata di 2-3 ore. Chissà se mai gli italiani decideranno di imitare gli spagnoli, i greci o persino gli israeliani. Proteste spontanee, ad oltranza, del tutto pacifiche e civili.
Aspettando gli indignados, accontentiamoci dei manifestanti della CGIL.
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