Sciopero #OccupyVirgilio e il mistero della truffa

Creato il 16 maggio 2012 da Cassintegrati @cassintegrati

I lavoratori Virgilio in Piazza Einaudi, Milano

In una Milano scossa dalle manifestazioni, come è successo ieri per lo sgombero di Macao, Piazza Einaudi si riempie di palloncini arancioni. Sono 150 dei 250 lavoratori Virgilio, che presidiano la sede della società Matrix S.p.a (qui il comunicato) del gruppo Telecom Italia, che si occupa di produrre il portale web Virgilio.

Cos’è successo? Dopo vari ‘rumors’ i dipendenti apprendono dalla stampa che Telecom vuole vendere Virgilio, passata al gruppo cinque anni fa. E i 250 dipendenti hanno paura di essere svenduti. L’ipotesi più discussa ora è una cessione/accorpamento a Libero.it, ma lì non è andata tanto bene. Libero.it ora non ha neanche più una redazione, e uno dei lavoratori dal presidio ci dice che: “Sawiris ha smantellato Libero.it, non vorremo succeda lo stesso anche a noi”.

Licenziamenti, trasferimenti da Milano a Roma: “E con quali tutele, quali contratti?” Questo si chiedono i dipendenti arancioni, che hanno lanciato su twitter l’hashtag #occupyvirgilio.  E Telecom che dice? “Per loro non siamo core business”, ci dicono dal presidio. 

C’è un fatto: Matrix S.p.a. ha chiuso il 2011 con un buco nei conti di 16 milioni. Questa notizia ha suscitato stupore fra i dipendenti Virgilio: “Fino all’anno prima avevamo accumulato un profitto di 500.000 euro. Da dove viene fuori questo debito?”. Virgilio verrà venduta, o ‘svenduta’ a una cifra irrilevante. Il vero obiettivo, quindi, potrebbe essere la cessione dei lavoratori.

E spunta fuori un piccolo mistero, emerso all’ultima assemblea sindacale : l’a.d. di Matrix S.p.a. avrebbe sporto denuncia penale contro ignoti, per truffa, relativa ai 16 milioni di ammanco nei conti della società. Ai lavoratori, ancora, non è stato comunicato nulla di ufficiale. In una vicenda che assume sempre più i caratteri di quella Agile-Eutelia.

- Aggiorneremo questo post coi prossimi aggiornamenti dalla vicenda #occupyVirgilio -

di Michele Azzu | @micheleazzu
(16 maggio 2012)


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