Una volta tanto i cinesi non l’hanno fatta grossa. Hanno soltanto imitato i francesi, maestri di ogni tipo di autarchia sciovinista. La decisione del governo cinese di proibire parole e abbreviazioni in inglese “per salvaguardare la purezza” della lingua locale, mi ha fatto tornare in mente il film “La chinoiseâ€� di Jean Luc Godard (1967). Lì erano i francesi che imitavano i cinesi.
Calligrafi d'acqua a Pechino (photographer Pino Bruno) cliccare per ingrandire
Quando Pechino dice che ”le parole straniere mischiate con quelle cinesi danneggiano gravemente la purezza della lingua cinese e turbano l’altrimenti sano e armonioso ambiente culturale”, non fanno altro che scimmiottare la Commission générale de terminologie et de néologie che, in applicazione del  decreto N°96602 del 3 luglio 1996, sovrintende alla purezza della lingua francese.
Cosa fa la Commission? Esamina ogni singola parola straniera e ne propone la versione francese. Con risultati spesso esilaranti. Ai francesi è proibito scrivere computer, mouse, rete, software. E’ obbilgatorio usare, in loro vece, ordinateur, souris, toil, logiciel…

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Cosa fanno i cinesi? ‘vietano “di introdurre termini stranieri come parole o abbreviazioni in inglese nelle pubblicazioni in cinese e di creare dei termini che non sono ne’cinesi ne’ stranieri e il cui significato non è chiaro”.
Poichè i social network come Twitter, Facebook e Youtube in Cina sono proibiti, gli strumenti più usati dai navigatori cinesi sono i ”microblog”, sostituti locali di Twitter, sui quali le espressioni in ”chinglish” sono all’ ordine del giorno.

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Certo, i cinesi censurano il web e reprimono brutalmente il dissenso. In questo sono differenti dai francesi, che – comunque , a proposito di internet – hanno introdotto nel loro ordinamento una legge liberticida come l’Hadopi.
I cinesi non sono certo un esempio di democrazia, ma – almeno per quel che riguarda la difesa della loro lingua – non sono poi così diversi dagli europeissimi e occidentali cugini d’oltralpe.
(Fonte: Ansa)







COMMENTI (1)
Inviato il 30 dicembre a 04:06
E quale sarebbe il problema? In questo gli Italiani dovrebbero imparare dai "cugini d'oltralpe". In Italia si usano sempre termini inglesi a casaccio nei media e persino in contesti istituzionali, nuocendo gravemente al progresso della lingua italiana, in cui ormai da anni nessuno inventa piu' termini nuovi per gli ultimi ritrovati della tecnica o per nuovi concetti sociologici. Si usano sempre i termini inglesi e basta.