E’ stato pubblicato sulla rivista EuroRad, dipendenza della prestigiosa rivista internazionale “European Radiology“, un interessante case-report intitolato “Valutazione ecografica delle vene giugulari interne nella sclerosi multipla” da parte del team coordinato dal Dr. Donato Oreste, medico radiologo dell’Ospedale San Paolo di Bari.
Secondo gli autori una paziente di 35 anni con una storia di 11 anni di sclerosi multipla (SM) (tipo recidivante-remittente) è stata sottoposta ad una valutazione ecografica del collo e delle vene intracraniche per stabilire se possa essere fatta una diagnosi di CCSVI (una condizione patologica scoperta di recente che si suppone essere correlata alla SM). Sono state esplorate le vene giugulari interne e vertebrali con scansioni assiali e longitudinali con la paziente in posizione supina ed in piedi, come suggerito dal protocollo Zamboni. Ogni reperto anatomico è stato ottenuto con valutazione ecocolordoppler (ECD) e powerdoppler (PD), al fine di stabilire l’effetto emodinamico di tali anomalie. E’ stato osservato nel segmento centrale della vena giugulare sinistra un forte ispessimento della parete con una stenosi allo stesso livello configurando i cosiddetti “anelli”. Nel tratto distale della vena giugulare di destra è stata osservata una membrana intraluminale con parziale esclusione di una parte del lume dal flusso sanguigno.
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In seguito sono stati arruolati altri pazienti nello studio di screening e sono state trovate numerose altre anomalie, come valvole ipomobili, compressioni vascolari, setti intraluminali, che producono tutti effetti emodinamici come il reflusso del sangue o il “flusso bloccato”.
L’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è caratterizzata da anomalie delle vene giugulari interne e/o della vena azygos con reflusso verso il cervello o “flusso bloccato”. Molti studi che utilizzano l’ecografia hanno dimostrato nei pazienti affetti da SM un’elevata prevalenza della CCSVI (media 70%; range 0-100%; N. = 1496), rispetto alla prevalenza nei pazienti senza SM (media 10%; gamma 0-36 %; N. = 635). L’ecografia si è rivelata utile per la sua combinazione di parametri di misurazione del flusso sanguigno e di immagini anatomiche che consentono di osservare ogni anomalia dei vasi con il suo effetto emodinamico. Anche se l’origine di tali anomalie venose non è ancora completamente nota, l’ostruzione al drenaggio delle vene cerebrospinali riscontrata nei pazienti con SM sembra suggerire che l’ostruzione venosa potrebbe essere un fattore eziopatogenico importante in questa malattia. Lo studio d’indagine sulla prevalenza della CCSVI in pazienti affetti da SM (raggruppati indipendentemente dalla forma clinica e dalla durata della malattia) ha dimostrato una prevalenza più elevata (media 87%; N. = 104) di ostruzioni anatomiche e fisiologiche per lo più localizzate nel sistema delle vene giugulari, talvolta bypassato, a seconda della loro gravità, con l’attivazione di circoli collaterali. È stato dimostrato che in posizione supina il deflusso venoso cerebrale predominante avviene attraverso le le vene giugulari, mentre nella posizione eretta diventa pedominante il percorso delle vene vertebrali. Ciò significa che è necessario uno studio completo in entrambe le posizioni per valutare gli effetti emodinamici di tali anomalie intraluminali o parietali.
Talvolta, durante l’esame ECD, non viene rilevato alcun segnale di flusso, anche con set di PRF a valori molto bassi. Il cosiddetto “flusso bloccato”, causato dalla velocità troppo lenta del flusso sanguigno in tale tratto di vena, potrebbe essere un segnale di una stenosi situata in un segmento più distale dello stesso vaso o del suo tratto giunzionale con altre vene, tuttavia, alcuni di questi pazienti non presentano alcuna anomalia rilevabile delle vene giugulari, vertebrali o intracraniche. In letteratura è stato riportato che in questi pazienti potrebbe essere associato un tipo di ostruzione del sistema azygos.
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Secondo gli autori la venografia con catetere (CV) è considerata il gold standard per la valutazione del sito anatomico, tipo ed entità delle lesioni. Tuttavia la CV è invasiva e fornisce pochi dettagli sulle pareti e sui difetti endoluminali. Inoltre le cuspidi valvolari dismorfiche possono essere attraversate dal catetere e mantenute aperte, bypassando la stenosi. Al contrario l’ecografia si dimostra un metodo d’indagine non invasivo per la sua combinazione di parametri di misurazione del flusso sanguigno e delle immagini anatomiche.
Questi dati preliminari, prodotti da medici indipendenti, smentiscono ancora una volta i primi risultati del costoso studio Cosmo, promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), che nell’ottobre scorso aveva incredibilmente annunciato alla stampa che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati“.
Fonte: http://www.eurorad.org/case.php?id=9897
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