Lunedì 7 ottobre 2013, nell’ambito del XII° congresso nazionale a Bari della prestigiosa Società Italiana di Chirurgia Vascolare (SICVE), verrà presentata la comunicazione di un interessante studio italiano intitolato “E’ possibile un trattamento chirurgico della insufficienza venosa cronica cerebro-spinale?“.
Secondo alcuni ricercatori dell’Ospedale Cannizzaro di Catania lo studio ha valutato la fattibilità e la sicurezza del trattamento chirurgico per l’insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI) in un gruppo di pazienti con sclerosi multipla (SM).
E’ stata modificata la procedura di ecocolordoppler (ECD), specifica del protocollo Zamboni per lo studio della CCSVI: i pazienti con SM sono stati esaminati sia in posizione supina che seduta; e, con manovre funzionali e specifiche, sono state osservate le variazioni fisiologiche o patologiche delle vene giugulari interne e la possibilità di compressione venosa muscolare e/o di intrappolamento nella regione antero-laterale del collo.
Trenta pazienti consecutivi con SM sono stati sottoposti al trattamento chirurgico di resezione del muscolo omoioideo (OHR). Tutti i pazienti sono stati sottoposti all’operazione in anestesia locale con una piccola incisione. Il loro punteggio di disabilità (EDSS) era tra 1,5 e 8 punti; e alcuni di loro avevano subito un precedente trattamento endovascolare con angioplastica percutanea transluminale senza buoni risultati a lungo termine .
Non ci sono state complicazioni durante o dopo gli interventi. Tutti i pazienti hanno avuto un notevole miglioramento delle loro condizioni cliniche, valutate con il punteggio di Kurzke dai team di fisiatria e fisioterapia.
La CCSVI è una sindrome caratterizzata da stenosi o ostruzione delle vene giugulari interne, brachiocefalica, vertebrali e azygos. Questa condizione anomala potrebbe aumentare la pressione venosa del cervello e del midollo spinale e potrebbe promuovere i colloidi, i linfociti e la fuoriuscita degli eritrociti con conseguente reazione infiammatoria. L’angioplastica è stato il trattamento di elezione per le lesioni che producono l’ostruzione venosa. Tuttavia, la letteratura evidenzia come questa procedura comporti un notevole tasso di risultati clinicamente non positivi. La loro lunga esperienza nell’ECD nei pazienti con sclerosi multipla ha permesso di mettere a punto alcuni test per valutare la compressione muscolare sulle vene della regione antero-laterale del collo. Ogni volta che questi test sono risultati positivi si è proceduto alla resezione chirurgica del muscolo.
Al termine dello studio, secondo gli autori, la OHR è una procedura fattibile e sicura per i pazienti che presentano una compressione muscolare venosa o un intrappolamento con i sintomi della SM. E’ chiaro che un maggior numero di pazienti e un follow-up più lungo sono obbligatori per la convalida di questa ipotesi.
Fonti:
http://sicve.it/download/programma_convegno_nazionale_bari.pdf
http://www.ccsviitalia.org/sicve-2013.html