Continua la polemica innescata da alcuni neurologi sul ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), nella sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Sulla materia abbiamo intervistato il chirurgo vascolare Dr. Davide Santuari dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano:
Dottor Santuari, sulla base della sua esperienza la CCSVI scoperta dal prof. Zamboni esiste veramente?
“Si. La CCSVI è una entità nosologica.”
A suo avviso c’è una correlazione con la sclerosi multipla e le altre malattie neurologiche?
“Si, esiste correlazione tra CCSVI e SM.”
Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega questa correlazione cosa ci può dire?
“Posso dire che nella storia della medicina CoSMo è una delle ennesime dimostrazioni di come la Scienza Medica a volte cada nei tranelli della società in cui la si pratica perdendo la libertà. In questo caso l’autore dello sgambetto è quanto mai evidente, ma non è una fede, un credo: è il mercato.“
Ai malati di SM positivi alla CCSVI consiglierebbe di fare l’intervento di angioplastica oppure è meglio aspettare la fine degli studi in corso?
“Consiglio di eseguire, in centri accreditati e da operatori certificati per eco color Doppler in CCSVI, l’esame eco color Doppler venoso extracranico, quindi aspettare (spero il più breve tempo possibile, intendo al massimo ancora 1 anno) ed eseguire un intervento.”